Continua la querelle sui debiti fuori bilancio del Comune di Cori sul servizio di raccolta rifiuti. L’amministrazione comunale ha negoziato una transazione novativa su tali debiti che risalgono al periodo 2013-2018, come da ricostruzione da parte del Comune (che laspunta.it riporta integralmente) che potete leggere di seguito cliccando sul link
Ma i consiglieri comunali Evaristo Silvi ed Aristide Proietti hanno protocollato una richiesta al Comune di Cori per chiedere “di soprassedere dal dare seguito agli adempimenti consequenziali all’approvazione della delibera dei debiti fuori bilancio”.
Il motivo della richiesta è nella mancata approvazione da parte del Comune di Cori, “delle azioni di rivalsa nei confronti dei soggetti eventualmente responsabili di avere generato gli interessi passivi moratori”, come richiesto dal revisore dei conti del Comune dr. Turturro e riportato nella lettera inviata al Prefetto, alla Corte dei Conti, al consiglio comunale e a tutti i dirigenti comunali, da parte dei consiglieri comunali di opposizione i quali nella lettera aggiungono:
“Il deliberato in oggetto, che approva un debito fuori bilancio pari a € 219.400,00 senza provvedere all’immediata attivazione delle azioni di rivalsa sopra indicate dal Revisore Unico, risulta, a parere dei sottoscritti, una lesione patrimoniale a danno dell’Ente Comunale. Inoltre, fanno presente che il parere favorevole “subordinato” espresso dal Revisore Unico significa che l’autorità competente si è espressa favorevolmente, ma con delle condizioni specifiche da soddisfare affinché l’approvazione diventi definita e valida”.
Che tradotto significa, va bene a riconoscere i debiti e la relativa transazione a patto che il Comune accerti le responsabilità di chi li ha prodotti e ne richieda il risarcimento per gli interessi di mora che si sono generati.
Il che potrebbe significare tirare in ballo l’ex sindaco Tommaso Conti, l’attuale sindaco De Lillis all’epoca assessore al bilancio del Comune e i dirigenti che oggi hanno avallato tale transazione.
Tant’è che gli stessi consiglieri Silvi e Proietti chiedono inoltre di sapere “i nominativi dei soggetti eventualmente responsabili di aver generato gli interessi passivi moratori” e le azioni di rivalsa attivate nei loro confronti.
In tutto ciò appare originale la richiesta di spiegazioni che l’ex sindaco di Cori, Tommaso Conti ha fatto a noi de laspunta.it scrivendo un post nel quale ci ha chiesto:
“Cara Spunta, se un debito fuori bilancio emerge nel 2019, il Sindaco che finisce il proprio mandato nel 2017 come fa a conoscerlo? Non lo portava in bilancio fino al momento in cui ha amministrato, è emerso dopo, quindi come faceva a conoscerlo? Se mi volesse dare una risposta ne sarei felice.”
All’avvocato Tommaso Conti replichiamo invitandolo a leggere la ricostruzione che ha fatto il Comune di Cori e che pubblichiamo ad inizio articolo.
I fatti sono avvenuti durante la sua giunta, caro avvocato Conti e forse Lei non se ne è accorto, oppure non è stato messo opportunamente a conoscenza dai dirigenti, che di sicuro ne erano a conoscenza come gli uffici comunali, che hanno ricostruito la vicenda e probabilmente sia l’assessore al bilancio, oggi Sindaco di Cori.
Nella nota del Comune sono richiamate le contestazioni al servizio, il progetto dell’isola ecologica, le richieste economiche e il voluminoso carteggio intercorso tra il Comune e la CSN fino alla richiesta dei soldi che hanno generato il contenzioso e il debito fuori bilancio.
Così come l’avv. Conti ha, in un post precedente, avallato la tesi di non aver riconosciuto quei soldi che CSN richiedeva la Comune.
Più che chiedere a noi delle risposte, forse le dovrebbe dare per correttezza ed onestà intellettuale, che ha sempre contraddistinto l’avv. Conti, ai cittadini di Cori.
Ora appare evidente che non è nostro interesse aprire una querelle con l’avv. Conti che comunque stimiamo, ma il compito di un giornale è quello che far comprendere ai cittadini cosa accade, soprattutto quando avvengono vicende come queste che comportano esborso di denaro pubblico, che non è altro che i soldi delle tasse dei cittadini che hanno tutto il diritto di sapere come stanno le cose, in maniera trasparente e circostanziata, perché amministrare un comune, non equivale ad amministrare una società privata.
Amministrare un comune, per il quale si sono chiesti i voti dei cittadini, significa amministrare con trasparenza, al netto di errori che possono sempre essere fatti ma che, se spiegati, possono anche essere capiti dai cittadini, piuttosto che ingenerare dubbi e perplessità.