L’Apef di Frosinone, che si dovrebbe occupare come società in house della Provincia di Frosinone dei controlli ambientali, ha prestato ben 18 figure professionali alla Provincia per espletare alcune funzioni in capo all’Ente di Palazzo Iacobucci.
Una decisione quanto meno originale, quella adottata dall’ente provinciale, che invece di pianificare un piano assunzionale attraverso dei bandi pubblici, decide di farsi distaccare il personale dell’Apef distraendolo così dalle funzioni tipiche della società.
Un modus operandi che va avanti, però, da anni. Dal 2020 ad ogni anno la Provincia ha siglato un protocollo con l’Apef per il distacco di personale nella sede di Palazzo Iacobucci per svolgere mansioni che, per la maggior parte delle richieste, non rientrano nelle attività che l’Apef dovrebbe svolgere quotidianamente.
Il protocollo dello scorso anno, per esempio, è stato siglato il 12 gennaio del 2024 tra la Provincia di Frosinone e l’Apef.
Nel contratto di servizio, la Provincia chiede all’Apef di svolgere delle attività specifiche dell’ente provinciale, essendo l’Apef società in house della Provincia ed esercitando, quest’ultima, il controllo sull’Apef.
Per questi motivi l’Apef ha “distaccato” personale proprio in servizio alla Provincia. Cosa ci sarebbe di strano in tutto ciò si potrebbe affermare? In primis c’è un problema di competenze.
I servizi richiesti dalla provincia di Frosinone riguardano nell’ordine: una persona per il servizio energia per: rendicontazioni e inserimento dati su varie piattaforme informatiche con riferimento a finanziamenti afferenti l’edilizia scolastica, la viabilità e il miglioramento energetico.
Progettazione e supporto al RUP per i procedimenti di manutenzione ordinaria e straordinaria relativamente agli edifici scolastici.
Poi la Provincia ha chiesto anche un aiuto di una persona per il servizio Bonifiche per non meglio specificate attività tra le quali procedimenti relativi al titolo V del decreto legislativo 152/2006, diffide, istruttorie e riscontro per altri enti, accesso agli atti e attività di aggiornamento dei registri cartacei.
C’è poi il distacco per il servizio del suolo nel quale ben sette persone si dovrebbero occupare di VIA, PAUR, AIA, di vincoli idrogeologici e il servizio di manutenzione del reticolo idrogeologico. Insomma tutte attività specifiche dei Consorzi di Bonifica.
Altre 5 persone sono invece dislocate al servizio viabilità, edilizia scolastica e un altro incarico non meglio definito quale il servizio vario per ufficio dirigente, che francamente è difficile capire cosa sia.
4 persone sono invece destinati al servizio rifiuti della Provincia per istruttorie, analisi dei bandi regionali, aggiornamento dei registri digitali.
Le figure richieste, tra l’altro sono laureati in ingegneria, architettura, giurisprudenza, magistrale, geometri e diplomati. Insomma scolarità medio alta che tanto varrebbe per la Provincia bandire un concorso pubblico.
Invece l’amministratore dell’Apef, De Angelis e il presidente della Provincia Di Stefano hanno convenuto che fosse meglio utilizzare l’Apef per sopperire alla mancanza di professionalità in Provincia.
L’accordo del 2024 è stato ratificato dai dirigenti, Secondini per la Provincia e Mastomattei per l’Apef.
Ma l’Apef nel suo core business svolge delle attività similari, tanto da poter destinare il proprio personale alla Provincia? Qualche dubbio ci assale.
Infatti basta leggere la carta dei servizi dell’Apef per capire che la struttura in house della Provincia di Frosinone si dovrebbe occupare di: controllo sugli impianti termici, controlli tecnici su impianti liquidi o gassosi, supporto tecnico ai cittadini e alle imprese manutentrici, collaborazione atttiva con le amministrazioni comunali.
In sostanza l’Apef dovrebbe occuparsi di rilasciare i bollini delle caldaie e le autorizzazioni agli impianti delle imprese. Poco o nulla con le comptenze richieste dalla Provincia.
Tra l’altro sentendo più di qualche azienda del territorio, avere a che fare con l’Apef è come girare in un labirinto, eppure delle due l’una. O l’Apef ha in casa una serie di professionalità capaci pure di risolvere i problemi della Provincia di Frosinone, oppure l’Apef non funziona perché fa altro invece di svolgere il proprio lavoro.
Resta quindi questo interrogativo, perché la Provincia di Frosinone ha chiesto ripetutamente per anni ad Apef personale da distaccare fino alla richiesta di ben 18 dipendenti tra laureati e diplomati?
Se i servizi richiesti sono ripetuti nel tempo – visto che le richieste della Provincia all’Apef fatte già negli ultimi quattro anni sono simili – perché la Provincia non ha provveduto a creare occupazione stabile?
Anche perché queste persone, con un alta professionalistà, lavorano da precari con compensi che variano dai 27 euro l’ora ai 32 euro per un professionista incaricato.
Insomma per politici che parlano di occupazione e lavoro stabile, utilizzare una azienda in house come fosse una agenzia interinale, non è proprio il massimo. Resta anche poco comprensibile il fatto che nessun consigliere provinciale abbia mai sollevato la questione, perché? Della serie si predica bene, ma si razzola male.