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Home » Blog » Castel Gandolfo: sabato dalle ore 10 la catena umana per portare secchi d’acqua al lago

Castel Gandolfo: sabato dalle ore 10 la catena umana per portare secchi d’acqua al lago

Manifestazione organizzata dal Comitato Protezione Boschi dei Colli Albani per sensibilizzare l'opinione pubblica e la politica sullo stato del lago il cui livello si abbassa ogni giorno di più.
Eugenio SiracusaEugenio Siracusa06/11/20244 Mins Read

Lo specchio lacustre di Albano e Castel Gandolfo, come il Lago di Nemi, sta soffrendo per i continui emungimenti da parte di Acea, gli insediamenti a ridosso del lago e chiaramente i cambiamenti climatici. Il Lago di Albano non ha affluenti e si alimenta dell’acqua piovana.

In questi anni poco si è fatto, da parte delle amministrazioni comunali, per recuperare e tenere attivi i fossi di raccolta dell’acqua piovana che dovrebbero convogliare le piogge nello specchio lacustre.

Il lago è sceso pericolosamente di diversi metri, tanto che lo stesso geologo Mario Tozzi è intervenuto al riguardo, parlando dei rischi di prosciugamento dei due laghi.

Per questo motivo dopo l’iniziativa svoltasi a Nemi, il prossimo sabato 9 novembre torna in scena La Secchiata, riempiamo il lago di Albano.

L’iniziativa promossa dal Comitato Protezione Boschi dei Colli Albani a cui hanno già aderito comitati e cittadini, tra cui Italia Nostra, è una azione dimostrativa e di sensibilizzazione sullo stato del lago di Castel Gandolfo.

Il Comitato non è nuovo a queste azioni provocatorie e dimostrative che servono per scuotere le coscienze, non solo dei cittadini, ma soprattutto delle amministrazioni comunali.

Una catena umana, dalle 10 del mattino, riempirà simbolicamente i secchi d’acqua dalla fontana del Bernini in piazza della Libertà a Castel Gandolfo e percorrerà i due chilometri di percorso fino alla foce del Lago.

Ma per quale motivo i cittadini e i comitati si prodigano per questa causa? Sono diverse le problematiche che hanno spinto il Comitato ad avviare una battaglia, anche provocatoria, per salvaguardare i laghi dei Castelli Romani.

Sul lago di Albano e Castel Gandolfo, verrà realizzato un nuovo acquedotto che il comune di Albano vuole realizzare per alimentare d’acqua le ville di Monte Gentile. Un progetto che, senza neanche doverlo troppo spiegare, andrebbe ancora di più ad impoverire lo specchio lacustre, dal quale cominciano ad affiorare anche “reperti” non solo bellici, che vengono a galla per via dell’acqua che si ritira sempre di più.

Si passerà dai 2 milioni di metri cubi a 12 milioni di metri cubi prelevati l’anno dal lago di Albano- Castel Gandolfo. Sei volte tanto.

“E’ una azione simbolica ma anche un momento di lotta importante in cui vogliamo dimostrare che al momento sembra interessare solo a cittadini e cittadine che il lago si sta prosciugando.” Dice il Comitato Protezione Boschi dei Colli Albani.

“Chiediamo alle istituzioni di dichiarare immediatamente lo Stato di Emergenza Ambientale, per i laghi e iniziare a prendere provvedimenti: basta prelievi idrici in falda, basta cementificazione, basta tagli dei boschi, basta dispersioni idriche dalle tubature (a Nemi 78%, a Castello ed Albano il 62%), basta nuovi pozzi e pozzi abusivi.” Prosegue il Comitato

“Vogliamo fare pressione affinché i laghi restino più naturali ed incontaminati possibili, protetti da appetiti economici e strutture commerciali. Vogliamo che i comuni (che hanno in piedi 13 milioni di euro di progetti turistici solo a Nemi e qualche bel milione di parcheggi e rifacimenti a Castello) investano invece per salvare i laghi, che si stanno prosciugando sotto i nostri occhi: bisogna convocare conferenze dei servizi di tutte le amministrazioni e gli enti, con la partecipazione delle realtà territoriali attive in materia per studiare soluzioni per la falda che si abbassa sempre di più.” Si legge nella nota del Comitato.

“Ricordiamo che è stato dato il via libera al progetto di ACEA che dal “Pozzo Sforza-Cesarini”, sul sentiero del periplo del lago di Castel Gandolfo, prevede una nuova conduttura idrica per un ulteriore prelievo di acque fino ad un massimo di 12 milioni di metri cubi l’anno, in sostituzione di quella attuale che ne può portare al massimo 2 milioni. ” Afferma il Comitato

“Inoltre, questa nuova condotta necessiterà anche dell’abbattimento di numerosi alberi pregevoli lungo il costone per raggiungere la zona di “Monte Gentile: a che pro? Perché aumentare i prelievi con il lago che si sta prosciugando?“

“Dobbiamo ribadire anche il no all’inceneritore che preleverà ulteriore acqua dalla falda per i sistemi di raffreddamento dando il colpo di grazia ai nostri laghi (e all’ambiente tutto con le emissioni nocive). Quella scorsa è stata una secchiata incredibile: emozionante e partecipata. Rimarrà nei ricordi del lago di Nemi per sempre. Scriviamo la storia anche delle rive di Castel Gandolfo, salviamolo“

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