L’ipotesi di un nuovo round di dazi USA sui prodotti europei, con tariffe del 30% annunciate da Donald Trump, rischia di trasformarsi in una vera e propria stangata per i consumatori italiani. L’allarme è stato lanciato da Codacons, Coldiretti e Confcommercio, che stimano conseguenze pesanti non solo per le imprese esportatrici, ma anche per le tasche delle famiglie.
Secondo l’analisi del Codacons, se le misure protezionistiche entrassero in vigore il 1° agosto, l’inflazione in Italia potrebbe aumentare dello 0,5%, con una spesa aggiuntiva di 4,23 miliardi di euro all’anno a carico delle famiglie. Solo per il comparto alimentare – tra i più esposti – l’impatto sarebbe devastante: un aumento medio dell’1% sui prezzi al dettaglio di cibo e bevande comporterebbe un aggravio da 1,62 miliardi di euro annui.
Ma non è tutto: a pesare sarebbero anche i possibili controdazi europei, che andrebbero a colpire alcuni prodotti simbolo d’importazione americana. Un esempio su tutti: la Harley Davidson, il cui modello più esclusivo potrebbe arrivare a costare oltre 65.000 euro, con rincari fino a 15.000 euro. Anche jeans, cosmetici, snack dolci e burro d’arachidi vedrebbero un’impennata dei prezzi, mentre si salverebbero – almeno per ora – Coca-Cola e Pepsi, prodotte in Europa.
Sul versante agroalimentare, la Coldiretti quantifica in 2,3 miliardi di euro i potenziali danni diretti per le filiere italiane. Le nuove tariffe andrebbero infatti a colpire settori chiave dell’export come formaggi, vini, conserve e pasta farcita, con un aggravio complessivo che arriverebbe al 45% per i formaggi, al 35% per i vini, al 42% per il pomodoro lavorato. Il risultato? Un calo delle vendite, richieste di sconti da parte degli importatori e una possibile invasione di falsi Made in Italy, visto che gli Stati Uniti sono già oggi il primo produttore mondiale di cibo italiano contraffatto, per un valore stimato di 40 miliardi di euro.
L’allarme riguarda anche la mancata crescita: secondo Coldiretti, il 2024 si era aperto con l’obiettivo di superare i 9 miliardi di euro di export agroalimentare negli USA, dopo i 7,8 miliardi del 2023 (+17%). Un traguardo ora compromesso.
Confcommercio, dal canto suo, invita a percorrere ogni via diplomatica possibile per scongiurare un’escalation commerciale che penalizzerebbe imprese e consumatori europei. “Serve senso di responsabilità e visione strategica – ha affermato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini – non è accettabile che a pagare le tensioni geopolitiche siano le filiere produttive e le famiglie”.
Infine, Codacons avverte che l’eventuale aumento dell’inflazione potrebbe costringere la BCE a rivedere le politiche monetarie e rialzare i tassi, con conseguenze pesanti per chi ha un mutuo a tasso variabile.