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Home » Blog » La DDA di Catania su Carlo e Vittorio Ciummo e i legami con il clan Santapaola

La DDA di Catania su Carlo e Vittorio Ciummo e i legami con il clan Santapaola

Eugenio SiracusaEugenio Siracusa27/05/20254 Mins Read
tari rifiuti raccolta la spunta
La DDA ricostruisce l'appalto catanese dei rifiuti vinto dai Ciummo

Approda alla DDA di Catania l’inchiesta sugli appalti rifiuti che vede coinvolti 34 indagati nell’ambito di un presunto sistema corruttivo legato all’assegnazione di appalti milionari tra Campania e Sicilia che vede coinvolta la Super Eco di Cassino e Vittorio e Carlo Ciummo.

A fare luce è la Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Napoli, che avrebbe individuato un meccanismo capace di condizionare le gare pubbliche attraverso accordi tra imprenditori, politici e ambienti mafiosi.

Il filone catanese dell’indagine, che vede coinvolti direttamente Vittorio e Carlo Ciummo, della Super Eco srl, è stato stralciato dalla maxi-inchiesta campana, ed è stato trasmesso per competenza alla Dda etnea.


Il ruolo di Nicola Ferraro e l’interesse su Catania

Al centro delle indagini c’è Nicola Ferraro, già condannato in via definitiva per essere stato referente del clan dei Casalesi nel settore degli appalti pubblici.

Secondo la Dda, Ferraro sarebbe riuscito a favorire i Ciummo, i due imprenditori ciociari, titolari della Super Eco Srl, indirizzando loro una gara d’appalto da 76,3 milioni di euro per la raccolta dei rifiuti a Catania.

Il presunto favore sarebbe stato possibile grazie alla collaborazione, secondo gli inquirenti, di Giuseppe Castiglione, all’epoca presidente del consiglio comunale di Catania.


La difesa di Castiglione: “Mai interessato all’appalto”

Attraverso il suo legale, l’avvocato Salvatore Pace, Castiglione respinge ogni accusa:

«Ribadisce la propria totale estraneità alla vicenda» e «l’assoluta fiducia nella magistratura».

Secondo la difesa, l’ex presidente del consiglio comunale non avrebbe mai avuto poteri per influenzare la gara:

«Il suo ruolo non gli consentiva di intervenire in alcun modo nella procedura».

Castiglione ammette di aver incontrato uno dei Ciummo in un’occasione, ma afferma che non vi fu alcuna richiesta né promessa, né da parte dell’imprenditore, né da parte sua.


Un contesto già segnato dall’inchiesta Mercurio

Sebbene non indagato a Napoli, Giuseppe Castiglione è stato arrestato lo scorso 24 febbraio nell’ambito dell’inchiesta Mercurio, condotta dalla Dda di Catania sulla “famiglia” mafiosa Santapaola-Ercolano.

Secondo l’accusa, il deputato regionale avrebbe stretto un patto elettorale con Cosa Nostra in vista delle Regionali 2022. Dopo l’arresto, si è dimesso dalla Commissione regionale antimafia e dal ruolo di capogruppo Mpa all’Ars, pur restando tuttora in carica.


Gli atti della DDA e la testimonianza di Domenico Romano, sconfessano Castiglione

Ma le prove raccolte dalla DDA napoletana dimostrerebbero il contrario da quanto affermato da Giuseppe Castiglione.

A muoversi su Catania è stato proprio l’uomo ritenuto il collettore di questo cartello criminale, Nicola Ferraro grazie alle conoscenze in carcere, con Francesco Santapaola, nipote del boss Nitto Santapaola.

Tale evidenza sarebbe stata anche confermata dalla deposizione di Domenico Romano. Il primo contatto a Catania di Domenico Romano fu Crescienzo Castiello che, dalle deposizioni di Romano, si adoperò per interloquire proprio con l’allora presidente del consiglio comunale Giuseppe Castiglione.

Dalla ricostruzione degli inquirenti e dalle deposizione di Romano, Castiglione avrebbe dato il via libera all’operazione.

Alla gara parteciparono la Super Eco srl dei Ciummo e la EcoCar di Marcianise ed entrambe si aggiudicarono l’appalto a cui presero parte.

Per l’agevolazione per la vincita dell’appalto, i Ciummo avrebbero riconosciuto una somma di 10 mila euro mensile a Nicola Ferraro.

Secondo le ipotesi accusatorie della DDA di Napoli, le intercettazioni e le deposizioni di Domenico Romano, i Ciummo garantirono all’ex presidente del consiglio comunale di Catania una serie di assunzioni presso la loro ditta e la Dussmann.

A dare forza a questa testi anche i riscontri della mobile catanese che, nel corso di attività d’indagine avrebbero raccolto diverse intercettazioni tra Giuseppe Castiglione e i Ciummo, prima dell’aggiudicazione dell’appalto in questione.

Gli incontri tra i Ciummo e i Castiglione

Un incontro sarebbe avvenuto il 31 agosto del 2021 a Catania al quale era presente anche il padre di Castiglione, Sante e il giorno seguente Castiglione avrebbe comunicato telefonicamente a Carlo Ciummo una serie di numeri relativi all’appalto in questione.

Un secondo incontro ci sarebbe stato il 5 ottobre e un terzo il 12 ottobre 2021 ai quali parteciparono Vittorio Ciummo e il padre di Castiglione, Sante.

Proprio in questo ultimo incontro Castiglione avrebbe chiesto a Ciummo di assumere una persona.

A dicembre 2021 è Sante Castiglione a concordare con Vittorio Ciummo un appuntamento con il sindaco di Catania a febbraio. Un altro incontro tra i due ci sarebbe stato a maggio del 2022.

Questa la ricostruzione da parte degli inquirenti sull’appalto milionario affidato alla Super Eco.

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