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Home » Blog » Super Eco, la DDA chiede l’arresto per Vittorio e Carlo Ciummo

Super Eco, la DDA chiede l’arresto per Vittorio e Carlo Ciummo

Eugenio SiracusaEugenio Siracusa25/05/20256 Mins Read
raccolta rifiuti
Le mafie sempre al centro degli appalti dei rifiuti

La DDA di Napoli ha chiesto l’arresto degli amministratori della Super eco srl di Cassino, Carlo e Vittorio Ciummo. La richiesta è stata avanzata della DDA con i Pubblici Ministeri Maurizio Giordano e Vincenzo Ranieri. Le richieste di misure cautelari in carcere riguardano altre 16 persone.

L’indagine è partita nell’ottobre 2023 e portò ben 28 persone sul registro degli indagati con pesanti ipotesi di reato.

Nel mirino appalti di rifiuti truccati nei Comuni e quelli di disinfestazione nelle Asl di Benevento e Caserta.

Dopo due anni sono 18 le richieste di arresto per imprenditori, politici, dirigenti Asl e intermediari della camorra.

34 invece le persone coinvolte a vario titolo e per i quali la DDA e il PM Giordano hanno richiesto diversi provvedimenti: dalle richieste di arresto, ai domiciliari, al divieto di dimora, a quello di contrattare con la pubblica amministrazione.

L’indagine della DDA

L’indagine della DDA con il Pubblico Ministero Maurizio Giordano e Vincenzo Ranieri è partita il 4 ottobre di due anni fa e ha portato alla luce, attraverso perquisizioni domiciliari e in diversi studi professionali, una presunta associazione a delinquere di stampo mafioso, un concorso esterno all’associazione a delinquere in questione, che farebbe riferimento al clan dei Casalesi.

Il reato contestato riguarda diverse gare d’appalto truccate, ai sensi dell’articolo 353 del Codice Penale, compiute in concorso e di riciclaggio.

Gli arresti non sono stati eseguiti immediatamente per via della norma Nordio che prevede gli interrogatori di garanzia con gli imputati ancora a piede libero.

Il Gip ha fissato gli interrogati già a partire da lunedì riservandosi solo successivamente di confermare gli arresti e le altre misure richieste dal PM.

La Dda ha indagato sui rapporti tra imprenditori, politici, dirigenti di enti pubblici ed intermediari.
Tra questi figurano personaggi ritenuti legati a diversi clan casertani e napoletani.

Secondo gli inquirenti un ruolo centrale è occupato da Nicola Ferraro di Casal di Principe, ex amministratore di Eco Campania, ex consigliere regionale dell’Udeur, già condannato in via definitiva per associazione a delinquere di stampo camorristico.

Secondo la DDA Ferraro si sarebbe mosso per turbare, accomodare e creare il giusto orientamento per gare d’appalto relative sia alla raccolta dei rifiuti in comuni casertani e sanniti, sia quelle delle Asl di Benevento e Caserta riguardanti la disinfestazione.

Il ruolo di Ferraro, le aziende e gli imprenditori

Nell’elenco degli indagati, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, Domenico Romano, per gli inquirenti vicino ai clan Alfieri e Nuvoletta, Antonio Moraca commercialista e ‘factotum’ di Ferraro, Luigi Bosco, ex consigliere regionale, che avrebbe avuto il ruolo di intervenire sui dirigenti delle Asl per favorire le ditte riconducibili a Ferraro, Felice Foresta, Giuseppe Rubino, Antonio Montanino, i fratelli Giuseppe e Luigi Rea, Carlo e Vittorio Ciummo, Paolo Verolla.

Per i magistrati questi imprenditori sarebbero i beneficiari delle ipotizzate prestazioni di Ferraro per conto della camorra.

Le altre persone finite nel mirino della DDA sono, Vincenzo Agizza, Paolo Onofrio. L’ex sindaco di San Giorgio del Sannio Angelo Ciampi, Pietropaolo Ferraiuolo zio di Nicola Ferraro e medico di Casal di Principe, l’attuale sindaco di Arienzo, Giuseppe Guida, Francesco Pietro Buonanno, Damiano Virgilio Emanuele Pio, Vittorio Fuccio.

L’elenco delle persone coinvolte in questa vicenda giudiziaria sono, inoltre, Eugenia Iemmino, Anna Lanzuolo, Nicola Mottola, Domenico Raimo, Antonio Garofalo, Mauro Marchese, Massimo Cirillo, Roberto Fiocco e Barbara, Amedeo Blasotti, Luigi Grimaldi, Paolo Verolla, Aniello Ilario e Giuseppe Ilario. 34 persone in totale.

Per 18 di queste sono state avanzate dalla DDA le richieste di arresto, tra cui i Ciummo, per altre 9 sono stati richiesti gli arresti domiciliari.

Ad altri 4 il divieto di dimora tra Napoli e Caserta e Campania, per altri 2 il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione.

Solo per un indagato non c’è stata nessuna richiesta di misura cautelare.

Il ruolo della famiglia Ciummo e della Super Eco srl di Cassino

La Super Eco è abbastanza conosciuta a sud di Roma. Hanno preso gli appalti della gestione dei rifiuti del Comune di Frosinone per un importo di 39 milioni e 524 mila euro, di Pignataro Interamna per un valore di 1 milione di euro, a Terracina per un valore di quasi 93 milioni di euro e a Ventotene dove hanno ricevuto un incarico con affidamento diretto per 139 mila euro.

L’appalto di Frosinone è stato anche oggetto di corsi al Tar promosso dalla seconda ditta, la Sangalli. La gara è stata gestita dalla stazione unica appaltante della Provincia di Frosinone.

Nella gara l’offerta della Super Eco conteneva il 17% di ribasso dalla base d’asta. A Ventotene, invece, il Sindaco isolano, dopo la querelle con la FRZ, ha deciso di affidare direttamente il servizio alla Super Eco per sei mesi al costo di 139 mila euro.

Particolare interesse invece per l’appalto di Terracina, affidamento per cinque anni di gestione, tre di proroga e uno in deroga a circa 93 milioni di euro. Un appalto sul quale non sono mancate discussioni.

Anche questa gara è stata indetta dalla stazione appaltante della Provincia di Frosinone.

La Super Eco gestisce poi anche gli appalti in Campania a Lacco Ameno e Forio d’Ischia.

la Super Eco srl, società con sede a Cassino è stata fondata nel 2015. Nel 2016 è subentrata alla EGO ECO, rilevando il ramo dell’azienda.

Le cessioni dalla Ego Eco alla Super Eco sono proseguite fino al 2022 e nel 2024. All’interno della Super Eco srl, risulta che il socio unico è Carlo Ciummo, figlio dell’ex amministratore della EGO ECO srl Vittorio Ciummo.

I Ciummo, le vicende giudiziarie e la richiesta di arresto

Vittorio Ciummo risulta condannato in via definitiva a 5 anni di reclusione per reati nell’ambito degli appalti della nettezza urbana.

La vicenda risale al 2008 e secondo gli inquirenti, attorno alla raccolta rifiuti a Minturno sarebbe stata consumata una frode in appalti pubblici e una truffa da parte della società appaltatrice, la Ego Eco.

Reati resi possibili dall’appoggio dato da dirigenti comunali e politici all’azienda, con la raccolta differenziata rimasta solo sulla carta.
I politici e gli amministratori coinvolti sono stati assolti.

Nel 2016, Vittorio Ciummo è stato arrestato su disposizione della magistratura e della DDA di Napoli, insieme ad altre 12 persone, tra pubblici funzionari e politici residenti tra le isole di Ischia e Procida e la Campania con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla turbativa d’asta.

Le indagini contestavano l’appalto dei rifiuti che riguardava, le isole di Ischia e di Procida.

La Super Eco, nel 2021, è stata oggetto di una interrogazione parlamentare presentata dal senatore di Forza Italia Domenico De Siano.

Poi l’indagine partita il 4 ottobre di due anni fa dalla DDA, che vede coinvolto ancora una volta Vittorio Ciummo, indagato insieme al figlio, Carlo, che ha avuto il suo epilogo con la richiesta del PM di arresto che dovrà essere convalidata dal Gip.

Cosa succede ora

Cosa accadrà ora nei comuni dove la Super Eco svolge il servizio di raccolta dei rifiuti?
Bisognerà attendere l’esito degli interrogatori di garanzia per capire cosa accadrà.

In caso di conferma della richiesta dalla Dda e del PM di arresto dei Ciummo, la Super Eco potrebbe essere messa in amministrazione giudiziaria.

I Comuni però potrebbero anche chiedere la revoca dell’appalto in autotutela.

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