Fausto Servadio si è dimesso da assessore ai lavori pubblici e al PNRR del Comune di Velletri. Una scelta che scuote gli equilibri politici locali e apre un nuovo capitolo nel complesso rapporto tra l’ex sindaco e l’attuale primo cittadino Ascanio Cascella. Le dimissioni dell’assessore Servadio a Velletri arrivano al culmine di mesi segnati da tensioni, accuse di incompatibilità e manovre politiche che hanno messo in fibrillazione la maggioranza fin dai suoi primi passi.
Servadio, già sindaco per due mandati con il centrosinistra, si era candidato nuovamente alla guida della città alle ultime amministrative, sostenuto da Italia Viva e da una lista civica. Al ballottaggio, il suo inaspettato accordo con il centrodestra consentì a Cascella di battere Orlando Pocci, allora sindaco uscente e candidato del centrosinistra. Un accordo che lasciò dietro di sé una lunga scia di polemiche e veleni: secondo molti, quella mossa fu una ripicca personale di Servadio per l’esclusione dalla giunta Pocci cinque anni prima.
Ma il vero terremoto arrivò subito dopo la sua nomina ad assessore: il centrosinistra avviò una battaglia per farlo decadere, segnalando un presunto conflitto d’interessi. Servadio era infatti legato a una società appaltatrice di lavori pubblici sul territorio comunale, incarico ottenuto prima della sua nomina. Pur avendo lasciato formalmente il ruolo di amministratore, affidando la gestione alla figlia, risultava comunque amministratore di un’altra azienda che detiene il controllo della prima. Per i consiglieri d’opposizione, che si sono rivolti al prefetto, si tratta di un caso di amministrazione di fatto, e quindi di incompatibilità conclamata con il ruolo ricoperto.
Parallelamente si sono intensificati gli attriti con il sindaco Cascella, deciso a gestire direttamente alcuni dei dossier più importanti sui lavori pubblici, facendo leva su un consenso personale ancora solido e su una struttura amministrativa salda. Le divergenze tra i due sono diventate sempre più evidenti, mentre nel frattempo si moltiplicavano le voci di un riavvicinamento di Servadio proprio a Orlando Pocci. Una mossa che ha lasciato spiazzati sia i sostenitori di Cascella che quelli dell’ex sindaco del centrosinistra.
Ora le dimissioni, ancora non del tutto chiarite, ma che segnano un punto di svolta: Cascella perde l’uomo che con una manciata di voti gli ha consegnato la vittoria, ma conserva una maggioranza solida, pronta ad allargarsi ulteriormente. Sull’orizzonte politico infatti si profila l’ingresso di Romano Favetta, sempre che arrivi il via libera da Difendere Velletri, la lista guidata da Paolo Felci. E Forza Italia, che rivendica spazi e rappresentanza, torna a farsi sentire.
Intanto, in città, le preoccupazioni si fanno concrete. In molti ora si chiedono come proseguiranno i lavori legati al PNRR, che prevedono scadenze serrate e investimenti consistenti. Servadio aveva in mano alcuni dei cantieri più delicati e strategici del piano di ripresa e resilienza. Ora, senza una guida politica chiara, i commercianti temono una paralisi, soprattutto per gli interventi in centro e nelle aree a vocazione economica, dove ogni ritardo può tradursi in disagi e perdite.
È l’ora della politica, quella vera. Dopo mesi passati a gestire equilibri precari e a mediare tra personalismi, per Cascella si apre una fase delicata ma potenzialmente favorevole. Se saprà tenere unito il fronte della sua coalizione e soprattutto dare continuità operativa alla macchina amministrativa, la maggioranza non dovrebbe risentire di questo contraccolpo. Ma sarà proprio la capacità di ricomporre le fratture, più che la somma dei numeri, a segnare il passo della tenuta futura del governo cittadino.