Si sono da poco svolti i funerali di Papa Francesco, un momento di profonda commozione che ha unito milioni di fedeli in tutto il mondo. Tra coloro che hanno voluto rendere omaggio nei giorni scorsi al Pontefice c’è Don Teodoro Beccia, sacerdote della Chiesa Suburbicaria di Velletri-Segni, che ha condiviso un ricordo personale e intenso.
L’incontro con Papa Francesco
«Mentre salutavamo il Papa – racconta Don Teodoro Beccia – in quei pochi istanti Don Cesare, che era vicino a me, gli disse che di lì a poco sarei stato ordinato diacono. Così Papa Francesco mi fece anche gli auguri».
Era il giugno del 2013, pochi mesi dopo l’elezione di Jorge Mario Bergoglio al soglio pontificio.
«Questo – continua Don Teodoro Beccia – fu il primo e unico incontro ravvicinato. Poi altre volte l’ho visto, ma sempre da lontano, durante le celebrazioni».

Un breve incontro, ma carico di significato. Un momento che ha segnato l’inizio del suo cammino come diacono e poi come sacerdote.
L’eredità di Papa Francesco secondo Don Teodoro Beccia
Alla domanda su quale eredità lasci Papa Francesco, Don Teodoro Beccia non ha dubbi:
«È difficile riassumere tutto subito. Lascia tante cose che avranno bisogno di tempo per essere comprese e portate avanti. Sicuramente lascia un pontificato pieno di processi aperti».
Papa Francesco «non era un uomo che chiudeva percorsi. Era un uomo che apriva cammini. Avviava processi che ora tocca a noi continuare e portare a compimento».
Una Chiesa in movimento
Don Teodoro Beccia paragona la Chiesa di oggi agli apostoli la mattina di Pasqua:
«La Chiesa non è statica. È dinamismo, movimento. Gli apostoli corrono al sepolcro, senza capire ancora pienamente, ma capiscono che qualcosa è cambiato. Con Papa Francesco è successo qualcosa di simile: è cambiato tanto e molto altro dovrà ancora maturare».
Le difficoltà di un’epoca segnata dai social
Non manca una riflessione sui tempi attuali: «Le polemiche nate sui social e sui media hanno spesso travisato il messaggio di Papa Francesco. Purtroppo, l’uso distorto di questi strumenti ha influito negativamente sulla percezione del suo pontificato».
Per il sacerdote della Chiesa Suburbicaria di Velletri-Segni, sarà fondamentale «ritrovare il senso autentico delle sue parole, oltre le distorsioni mediatiche».
Un’emozione che resta nel cuore
Il ricordo di quel giorno a San Pietro resta vivido nella memoria di Don Teodoro Beccia:
«Fu una grande emozione. Salire sul sagrato, salutare da vicino Papa Francesco e ricevere il suo augurio, a due mesi dalla mia ordinazione diaconale, è un momento che porterò sempre con me».