A pochi giorni dalle elezioni comunali di Ceccano, un vero e proprio terremoto scuote il centrodestra. Antonio Scaccia, vicesindaco di Frosinone, rompe con la Lega e annuncia il suo sostegno a Fabio Giovannone, candidato alternativo alla linea ufficiale del partito.
Lo strappo è avvenuto dopo una serata a Viterbo (leggi l’articolo esclusivo su La Spunta) in compagnia del Generale Roberto Vannacci, durante la quale Scaccia non ha esitato a criticare duramente il partito, definendo alcuni esponenti “personaggini di bassissimo livello” e denunciando “difetti strutturali” della Lega. Una rottura politica che si è concretizzata nel sostegno a Giovannone, in aperta contrapposizione con Ugo Di Pofi, candidato ufficiale del centrodestra sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega, “Sempre con Ceccano”, “Grande Ceccano” e “Ceccano Più Forte”.
Scaccia, con il suo endorsement a Giovannone – sostenuto da tre liste: “Noi con Ceccano”, “Savoni per Giovannone” e “Marco Corsi-Ceccano Riparte” – accende un faro sulle fratture interne al partito guidato nel Lazio da Nicola Ottaviani, sempre più defilato nel dibattito locale.

La situazione rischia di avere ripercussioni anche su Frosinone, dove Scaccia è attualmente vicesindaco. Il sindaco Riccardo Mastrangeli si trova ora davanti all’ennesima grana. Dovrà quindi scegliere se prendere provvedimenti oppure lasciar correre, a rischio di incrinare ulteriormente gli equilibri interni.
Le elezioni comunali Ceccano vedono intanto uno scenario politico affollato e frammentato. Oltre a Giovannone e Di Pofi, corrono per la carica di sindaco Manuela Maliziola (sostenuta da “Ceccano al Centro”, “Vivere Ceccano” e “Progetto in Comune”), Luigi Mingarelli (con “Ceccano per l’acqua pubblica” e “Ceccano a Sinistra”) e Andrea Querqui, candidato del centrosinistra con il sostegno di ben sette liste tra cui Partito Democratico, M5S, PSI, AVS e civiche.
Il gesto di Scaccia, letto da molti come un atto di sfida aperta all’establishment leghista, non è solo una provocazione ma anche un possibile spartiacque. Resta da capire se si tratta di una mossa isolata o del primo segnale di una più ampia ristrutturazione del centrodestra ceccanese.
Una cosa è certa, la corsa per il governo di Ceccano si è fatta ancora più imprevedibile ed i risvolti politici travalicano i confini cittadini, facendo diventare la corsa al nuovo sindaco un laboratorio politico per le future amministrative a Frosinone.