Il blackout avvenuto in Spagna e Portogallo accende i fari su quanto sta accadendo nel nostro Paese, in termini di impiantistica ed energia alternativa con il focus sul fotovoltaico della Valle del Sacco.
In Italia gli incentivi del PNRR per gli impianti agrovoltaici e fotovoltaici su terreni agricoli, con l’accesso a contributi a fondo perduto stanno provocando la trasformazione di vasti territori.
In particolare nel Lazio, dove la Regione non ha ancora individuato le aree idonee e non idonee, un ritardo che danneggia le zone tutelate, le campagne e gli agricoltori.

Nella Regione Lazio la produzione di energia solare fotovoltaica è in continuo aumento.
Per il timore di un sovraccarico eccessivo della rete che possa portare ad un improvviso blackout come in Spagna e Portogallo, Terna invita le società a limitare l’immissione soprattutto nel fine settimana, quando i consumi sono ridotti.
Le preoccupazioni di Italia Nostra e Comitato residenti Colleferro
Ad esprimere preoccupazione, oltre Italia Nostra anche il Comitato residenti Colleferro che hanno fatto il punto degli impianti che dovrebbero essere autorizzati nella Valle del Sacco.
“Sebbene la legislazione nazionale, in particolare il Dgls 199/21, al fine di contemperare i diversi interessi pubblici e privati, dia chiare indicazioni su quali aree non si possano dichiarare idonee, constatiamo che nei Comuni di Colleferro, Genazzano, Paliano e Anagni sono in fase di autorizzazione diversi progetti di grandi dimensioni”

“Questi impianti impattano sulla fascia di rispetto del Monumento Naturale Selva di Paliano e Mola di Piscoli, stabilita dal Dlgs citato sopra i 500 m.” Afferma Ina Camili del Comitato residenti Colleferro
“Appare in evidente contrasto con i principi di buona amministrazione il fatto che, tale vincolo, risulta assente dalla documentazione fornita nel corso del procedimento di autorizzazione alla costruzione dell’impianto e non venga neppure menzionato dall’Autorità regionale competente.” Puntualizza Ina Camilli
Una recente sentenza del T.A.R. dell’Emilia-Romagna (Sentenza N. 00005/2025 REG.PROV.COLL.), stabilisce la preminenza della norma di tutela anche per aree che risultino idonee in base ad altra normativa.
Tale sentenza è in linea con una precedente deliberazione del Consiglio di Stato (Sez. IV, n. 8491/2024) sulla non necessaria prevalenza dell’interesse produttivo di energia rispetto a quello culturale-paesaggistico, che è un interesse sancito dalla Costituzione.
“I nuovi campi fotovoltaici, che si aggiungono a quelli già esistenti in quest’area, sono progettati su terreni agricoli, la cui vocazione agroecologica è stata incentivata dalla costituzione del biodistretto “Terre dei Colonna: Genazzano-Paliano”. Evidenzia Ina Camilli.
Le contraddizioni di Paliano
Come strumento di sviluppo delle realtà economiche locali per la protezione di prodotti DOP e DOCG, il biodistretto è stato riconosciuto dalla stessa Regione Lazio e tenuto a battesimo dal Sindaco Alfieri.
Due istituzioni pubbliche che dovrebbero essere in prima linea nella difesa della comunità locale nel rivendicare la peculiarità di un’area protetta, minacciata da mega impianti fotovoltaici e agrovoltaici.
Il Comune di Paliano ha chiesto al Ministero per l’Ambiente e la Sicurezza energetica (Mase) ed alla Regione una moratoria, comprendente anche i biodigestori, per bloccare l’assalto selvaggio ai terreni agricoli produttivi.
“Si sta facendo strada però l’idea che l’Amministrazione abbia abbandonato la moratoria (forse non l’ha mai sostenuta con convinzione) e che abbia ceduto alle proteste dell’opposizione consiliare e dell’opinione pubblica, perché a tutt’oggi non è entrata in vigore.” Fa notare Ina Camilli
Sembra infatti, che dopo la campagna mediatica, la cittadinanza non ha ricevuto informazioni neanche sulla richiesta di audizione presso la competente Commissione regionale, che risale al dicembre 2024.
Tanto meno sul tanto temuto progetto agrovoltaico in località Colle Rampo, adiacente al parco La Selva, di circa 35 ettari, presentato a gennaio 2025.
“Il silenzio politico della maggioranza consiliare e la mancanza di trasparenza rendono queste trasformazioni del territorio, il consumo di suolo, l’impatto ambientale ed economico, su cui saremo in tanti ad opporci, ancora più sofferte rispetto alle aspettative di conservazione e rispetto del paesaggio come bene della collettività.” Chiude Ina Camilli.
Il fotovoltaico nella Valle del Sacco diventa quindi un ulteriore questione d affrontare e i Comitati sono già in movimento.
segui le notizie del tuo territorio su LaSpunta.it