Nel panorama politico locale, la coerenza tra dichiarazioni pubbliche e comportamenti in aula dovrebbe essere un principio irrinunciabile. Eppure, quanto accaduto nel Consiglio comunale di Frosinone dimostra esattamente il contrario, soprattutto per il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia.
Il consigliere Marco Ferrara ha pubblicato un post in cui afferma:
“Questa sera in consiglio comunale a Frosinone tutti i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia hanno votato sì alle variazioni di bilancio: tutti presenti. Andiamo avanti uniti e compatti. Evviva Fratelli d’Italia. Un ringraziamento particolare al dott. Paolo Fanelli che nonostante alcune difficoltà è riuscito ad essere presente.”
Parole che, lette a posteriori, suonano come una forzatura propagandistica. Perché la realtà dei fatti, emersa durante la discussione della mozione presentata dal consigliere Marzi sul riconoscimento dello Stato di Palestina, racconta tutt’altra storia.
Durante quella seduta, infatti, l’unità tanto sbandierata si è dissolta. I consiglieri comunali di Fratelli d’Italia che non appartengono all’area politica di Alessia Savo hanno abbandonato l’aula, facendo mancare il numero legale e impedendo la votazione della mozione.
Sono rimasti solo Marco Ferrara e Francesca Campagiorni, entrambi riconducibili proprio alla corrente della Savo. Una presenza che solleva interrogativi politici non banali: volevano forse votare a favore della mozione? E se sì, con quale mandato politico?
Questo episodio mette in luce una verità scomoda: Fratelli d’Italia a Frosinone è tutt’altro che unito. Le divisioni interne sono profonde, e il tentativo di mascherarle con post celebrativi non fa che peggiorare la percezione pubblica del gruppo.
La componente legata alla Savo sembra ormai muoversi in autonomia, mentre il resto del gruppo si sfila nei momenti politicamente più delicati.
In un momento storico in cui il tema del riconoscimento dello Stato di Palestina divide l’opinione pubblica e richiede coraggio politico, Fratelli d’Italia ha scelto la via dell’ambiguità e della fuga. Un comportamento che mina la credibilità del gruppo consiliare e che dovrebbe far riflettere anche i vertici regionali e nazionali del partito.
Posizioni e atteggiamenti ambigui anche nei confronti del sindaco, richiamato più volte, soprattutto per le questioni dello Scalo, salvo poi assecondarlo ogni volta. Le crepe sono state evidenti anche nella cena pagata dal sindaco, dove due esponenti di Fratelli D’Italia non si sono presentati. Insomma una unità ad uso e consumo dei riflettori, mentre il fuoco cova sotto la cenere