A questo punto è ufficiale: il Frosinone è salvo. Non sarà necessario attendere né sentenze né ricorsi. La svolta arriva da Brescia, dove Massimo Cellino ha deciso di non proseguire. Il presidente del club lombardo ha scelto di non onorare la scadenza del pagamento degli stipendi e dei contributi necessari per l’iscrizione al prossimo campionato, prevista per oggi. Il termine ultimo per presentare la fideiussione è il 24 giugno, ma è già tutto compromesso. Senza un pagamento immediato di circa 3 milioni di euro (rateizzazione concessa dall’Agenzia delle Entrate su un debito complessivo di 9 milioni), il Brescia Calcio è fuori. E Cellino, che pure avrebbe le possibilità economiche per saldare, ha deciso di non cercare altre soluzioni. Grazie a questo il Frosinone calcio è quindi salvo. Per il Brescia invece è buio pesto.
Non ci sarà, almeno per ora, alcun intervento del gruppo americano interessato all’acquisto, che non ha voluto anticipare le somme dovute. Il legame tra la città e il presidente è logorato da tempo. A sancire il definitivo addio anche le dimissioni di Stefano Midolo, consigliere con poteri di firma nominato dopo le inibizioni a Cellino e a suo figlio Edoardo. Dimissioni formalizzate via PEC.
Se nulla cambierà nei prossimi giorni, il Brescia verrà cancellato con un colpo di spugna. Un epilogo amarissimo per una piazza storica, che conta 114 anni di vita e una tradizione importante. Cellino, arrivato nel 2017, aveva esordito con una frase che oggi suona beffarda: «Qui vi siete abituati alla mediocrità». Da allora una sola promozione nel 2019, poi due retrocessioni in Serie C – una subita sul campo, l’altra adesso, a tavolino, con due penalizzazioni di quattro punti per il mancato versamento di stipendi e contributi. L’unica vera intuizione, Tonali, era un’eredità lasciata dalla gestione precedente.
Il confronto con la storia è impietoso: sotto Gino Corioni il Brescia aveva vissuto stagioni memorabili, dalle salvezze con Baggio, Guardiola e Mazzone, alle promozioni con talenti del calibro di Pirlo, Filippo Galli, Altobelli. O talenti internazionali come Hagi, Răducioiu, Guardiola, fino ad arrivare ad attaccanti poderosi come Toni o il mitico “bisonte di romagna” Dario Hubner. Una squadra che ha scritto pagine importanti del calcio italiano, ora finisce così, senza nemmeno un’ultima battaglia. Il ricorso presentato alla Corte d’Appello federale per il 10 giugno appare ormai solo un atto formale. Il Brescia ci arriverà da escluso.
La squadra di calcio, salvata sul campo, viene abbandonata fuori dal rettangolo verde. Il futuro è una pagina bianca. E questa volta non c’è neppure il conforto di un’ultima partita da giocare. Ma se a Brescia si piange di tristezza, a Frosinone, salvo ormai ufficialmente, arriva un sospiro di sollievo e si potrà programmare per un ritorno in Serie A, la categoria che merita una società che sta investendo con grande acume.