La Super Eco, l’azienda che vinto la gara per il servizio dei rifiuti a Frosinone e indagata dalla DDA di Napoli, da dicembre svolge il servizio senza aver ancora firmato il contratto di affidamento.
Ha del clamoroso quanto sollevato dal consigliere comunale Anselmo Pizzutelli, nel question time svoltosi in seconda serata, dopo il consiglio comunale sul bilancio.
E’ bastata una domanda da parte del consigliere comunale di opposizione, tra i più attivi in consiglio, per mettere in imbarazzo l’amministrazione comunale.

“Mi risulta che la ditta che svolge il servizio di raccolta dei rifiuti non abbia ancora firmato il contratto – ha detto Anselmo Pizzutelli –Viste le notizie di cronaca non sarebbe il caso di valutare la sospensione della firma del contratto in autotutela, ma soprattutto perché a distanza oramai di sei mesi, ancora non avete provveduto alla stipula del contratto?”
Un evidente imbarazzo, percepibile anche in streaming, ha pervaso i consiglieri e gli assessori di maggioranza, che hanno provato ad abbozzare una risposta.
Le risposte dell’assessore Scaccia
“Ci sono stati dei ritardi – ha replicato l’assessore Antonio Scaccia di Noi per Vannacci in quota Lega – ed è successo che alcuni documenti richiesti erano o scaduti o in scadenza e la società ha dovuto produrre la documentazione attualizzata“

Una non risposta, visto che un’amministrazione che si rispetti dovrebbe pretendere tempi certi e documentazione idonea alla firma del contratto, come previsto anche dai disciplinari di gara e dalle leggi che regolano gli appalti pubblici.
Invece la Super Eco gestisce un appalto da 39 milioni di euro, senza avere ancora firmato il regolare contratto.
Al di la di alcuni inconvenienti burocratici, che possono anche accedere, comincia ad essere poco credibile che dopo sei mesi non sia stato ancora regolarizzato un contratto di affidamento di servizi pubblici.
Anselmo Pizzutelli ha incalzato l’amministrazione comunale, circa possibili danni alla collettività e sottolineando come l’azienda sia finita nel mirino di una indagine giudiziaria.
La vicenda giudiziaria della Super Eco
Vale la pena ricordare che l’amministratore della Super Eco, Carlo Ciummo e suo padre Vittorio, sono stati indagati dalla DDA di Napoli per il reato presunto di concorso esterno in associazione mafiosa, relativamente ad un appalto per la gestione dei rifiuti a Catania, sembrerebbe ottenuto con l’interessamento della camorra e della mafia, almeno dai riscontri della DDA napoletana.
Per questo motivo la DDA ha chiesto l’arresto dei Ciummo. Antonio Scaccia su questo argomento si è affrettato a liquidare la questione affermando “Prima della richiesta di Forza Italia, abbiamo chiesto alla Prefettura se l’azienda sia ancora in white list e stiamo aspettando una risposta“.
Mentre sulla possibilità di sospendere o revocare l’affidamento l’amministrazione non ha risposto nulla, mentre sulla possibilità di una azione giudiziaria, Scaccia ha detto “Potrebbe essere nominato un commissario giudiziario per l’operatività dell’azienda“.
Anche qui una risposta che non ti aspetti. Secondo l’amministrazione comunale di Frosinone, anche laddove il GIP decidesse di confermare la richiesta di arresto per i Ciummo, non ci sarebbero problemi perché un commissario giudiziario gestirebbe la Super Eco.
Se il GIP dovesse confermare la misura restrittiva richiesta dai PM della DDA di Napoli, significherebbe la conferma del castello accusatorio di concorso esterno.
I dubbi sono rimasti
Ma la domanda è: perché gli amministratori di Frosinone hanno cercato di minimizzare la situazione?
Perché non hanno dato tempi certi e perentori per la firma del contratto? Perché alla luce di quanto sta accadendo non si sollecita la risposta alla Prefettura di Frosinone che si trova a 30 metri lineari da Palazzo Munari?
E’ utile ricordarlo, la Super Eco ha vinto, tramite la stazione appaltante di Frosinone tre gare importanti, uno nel capoluogo ciociaro da 39 milioni euro, uno a Terracina da 93 milioni di euro e un affidamento diretto con Ventotene per 139 mila euro per sei mesi di servizio.
Al netto della presunzione di innocenza che vale per tutti in uno Stato garantista, appare quanto mai singolare che non sia stato regolarizzato un contratto di appalto.
Ed anche qui un’altra domanda ci sovviene: ma se nel frattempo dovesse accadere qualcosa, un incidente o un disservizio, di chi sarà la colpa?
Ed ancora: ma in questi sei mesi l’amministrazione comunale ha pagato le parcelle del servizio pur non avendo ancora firmato e registrato il contratto?
Magari, l’accesso agli atti richiesti da Forza Italia, potrebbero chiarire anche questi aspetti.
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