Due donne e un uomo pedofili conclamati. Questo secondo l’indagine della mobile di Latina. Due di loro un geometra e sua moglie di Velletri sono finiti in carcere.
Una notizia che ha destato vasta eco in città e preoccupazione anche per i dettagli che stanno emergendo dall’indagine condotta dalla squadra mobile di Latina e dal Commissariato di Velletri.
L’indagine della Procura di Latina
Al centro di un’indagine della Polizia c’è un’infermiera di Latina che lavora presso l’ospedale Santa Maria Goretti, in possesso di materiale pedopornografico, un’altra donna, legata al geometra, impiegato nella struttura ospedaliera del capoluogo, ma con un ruolo di tecnico della manutenzione.
Una tresca balorda che si scambiava video autoprodotti pedopornografici nei quali usavano violenza sessuale su un minore di 16 anni.
Per questo il personale della Squadra Mobile di Latina, con l’ausilio del Commissariato di Velletri, ha eseguito la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti delle due donne e dell’uomo gravemente indiziati, a vario titolo, di aver compiuto atti sessuali in danno di un minore di 16 anni.
In alcuni casi gli atti sessuali venivano registrati attraverso video, al fine di essere scambiati tra i tre indagati.
L’indagine, partita a marzo, è stata coordinata dal Procuratore Capo Luigia Spinelli e dal sostituto procuratore Marina Marra, che, sulla scorta degli espliciti elementi di prova rilevati nei device degli indagati hanno richiesto la custodia cautelare al Gip Laura Morselli che ha emesso l’ordinanza.
Di giorno persone normali, di notte pedofili
Il geometra e la moglie sono di Velletri, legati alla vicenda insieme all’infermiera responsabile di un reparto d’eccellenza e fino a ieri stimata da gran parte dei colleghi e si trovano nel carcere di Velletri e in quello di Rebibbia.
Quando si dice dottor Jekyll e mister Hide, o peggio Barbablu. Durante il giorno normali persone anche rispettabili, la sera miserabili pervertiti.
I tre indagati si trovano presso il carcere di Velletri e Rebibbia, dove sono stati sottoposti agli interrogatori di garanzia, al termine dei quali il Gip ha confermato le misura cautelare in carcere.
Perquisite anche le abitazioni dei tre pedofili e altre indagini sono in corso di svolgimento al fine di acquisire ulteriori elementi di prova al fine di verificare il coinvolgimento di eventuali altre persone.
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