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Home » Blog » Il Sex Work in Italia: Tra OnlyFans e legge Merlin

Il Sex Work in Italia: Tra OnlyFans e legge Merlin

RedazioneRedazione31/05/20244 Mins Read

Una Definizione

Il termine “sex work” è stato coniato nel 1982 dall’attivista Carol Leigh a New York, durante la conferenza “Toward a Politics of Sexuality”. Include tutte le professioni legate all’industria del sesso, sia online che offline. La conferenza europea “Sex Work, Human Rights, Labour and Migration” del 2005 ha ulteriormente definito questo concetto, portando alla creazione del “Sex Worker’s Manifesto”.

OnlyFans e il mondo online

Le piattaforme digitali sono diventate centrali per i e le sex workers, favorendo diverse modalità di lavoro sessuale: webcamming, phone sex, instant messages e consumo di contenuti pornografici asincroni prodotti su piattaforme come OnlyFans. In Italia, OnlyFans ha registrato un traffico organico di 3.6 milioni di utenti italiani. Chi opera su queste piattaforme può aprire una partita IVA e dichiarare i propri incassi. 

L’evoluzione tecnologica ha dato nuova linfa vitale ai sex workers, con star emergenti che scalzano i grandi nomi del passato. Il nostro Rocco Siffredi, personaggio planetario e un tempo sovrano indiscusso delle ricerche online, vede ora nuove leve emergenti guadagnare terreno, grazie anche all’uso sapiente di OnlyFans. È ormai passata una vita quando per diventare leggenda bastava un semplice VHS e un video registratore. Era il periodo d’oro del porno, con produzioni molto costose e con stelle del porno che facevano incassi da capogiro. Oggi la situazione è molto cambiata, l’uso di internet ha permesso un accesso ai contenuti pornografici in maniera libera e gratuita, stroncando di fatto le grandi produzioni porno e creando una corsa al ribasso per i cachet di attrici e attori. 

Il Sex Work in Italia

In Italia, formalmente lo scambio economico tra maggiorenni consenzienti per prestazioni sessuali non è illegale, ma praticarlo in sicurezza è un’altra storia. Durante un convegno sullo sfruttamento sessuale promosso dall’IRS nel 2024, è stato analizzato il lavoro sessuale indoor, rilevando una predominanza di lavoratrici femminili, una significativa presenza di persone transessuali (tra il 20 e il 30%) e una minoranza di uomini (tra il 3 e il 7%).

Nonostante lo sfruttamento della prostituzione resti un delitto da perseguire, in molti scelgono questo mestiere senza pressioni esterne. Non riconoscere il sex work come professione nega ai lavoratori i diritti che spettano a qualsiasi altro mestiere. Durante il primo incontro nazionale per i diritti delle sex workers a Bologna, il 2 giugno 2023, si è discusso delle difficoltà che i e le sex workers affrontano, tra cui la ricerca di un alloggio con contratto regolare, la possibilità di dividere un appartamento per lavoro o essere accompagnati sul posto di lavoro.

Il Modello Nordico e le Riforme Europee

Il 14 settembre 2023 il Parlamento Europeo ha approvato il testo “Regolamentazione della prostituzione nell’Ue”. L’Ue richiede agli Stati membri di allinearsi al cosiddetto “modello nordico”, che criminalizza il cliente anche tra maggiorenni consenzienti. L’Italia sta valutando modifiche alla legge Merlin del 1958 per allinearsi a queste direttive. Tuttavia, le organizzazioni per i diritti delle lavoratrici del sesso si oppongono a queste modifiche, sostenendo che non tutelano i diritti dei sex workers e non affrontano efficacemente il problema del traffico di esseri umani e del lavoro sfruttato.

L’Opinione Pubblica in Italia

Secondo l’Eurispes, nel 2024, il 52,4% dei cittadini italiani è contrario alla decriminalizzazione della prostituzione, preferendo mantenere inalterata la legge Merlin del 1958. Questo dato è in linea con quanto rilevato nel 2023 (54,3%). Negli ultimi anni (2019-2024), la maggioranza degli italiani si è sempre dichiarata contraria alla legalizzazione della prostituzione, con l’unica eccezione del 2020 (49,5%).

L’Impatto della Pandemia

La pandemia del 2020/2021 non ha bloccato il mercato del sesso a pagamento, ma ha cambiato le modalità di fruizione dei servizi offerti. Si è registrato un aumento dell’uso del web sia da parte dei clienti sia delle lavoratrici, con queste ultime che sempre più spesso offrono i propri servizi tramite webcam o attraverso annunci online. In Italia, il mercato coinvolge circa 90mila lavoratrici fisse, di cui il 10% minorenni e il 55% provenienti da paesi dell’Europa dell’Est e dell’Africa, a cui si aggiungono altre 20mila lavoratrici occasionali che ricorrono al sesso via web per necessità economica o per finanziare spese di lusso.

Un Settore in Evoluzione

In questo contesto, è essenziale che il dibattito sul sex work sia aperto e informato, riconoscendo la complessità della situazione e lavorando per garantire diritti e protezioni adeguate a tutte le persone coinvolte. Il futuro del sex work in Italia dipenderà da come la società e le istituzioni sapranno rispondere a queste sfide e opportunità.

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