300 persone giunte ad Anagni e dai comuni limitrofi si sono date appuntamento davanti ai cancelli della KNDS per la protesta contro il progetto di ReArm Europe presentato dalla società franco-tedesca per la produzione di nitro gelatina, un innesco per i razzi, nella fabbrica ciociara.
Striscioni, slogan, cartelli per dire no alla guerra e si alla pace e allo sviluppo sociale.

Comitati, movimenti, partiti, associazioni, semplici cittadini si sono presentati ieri pomeriggio davanti ai cancelli della fabbrica di Anagni, presidiata da Carabinieri e Polizia, che con occhio discreto hanno tenuto sotto controllo l’intera area.
Va detto però che la manifestazione si è svolta in un clima di assoluta tranquillità e serenità. Tanti gli interventi dei partecipanti, dopo l’introduzione degli organizzatori, la rete No War, che hanno ribadito il loro no alla corsa al riarmo, il loro no alla guerra.
Il progetto KNDS e la nitro gelatina
Contestato il progetto che prevede, a regime, la produzione di 40 tonnellate mese di nitro gelatina da trasportare poi nello stabilimento di Colleferro per assemblare i razzi anticarro.

Milioni di euro per una fabbrica di armi che entrerà in funzione nel 2026. Intanto l’azienda ha presentato una VIA segretata, nella quale non si conoscono i contorni e i rischi di questo progetto.
Tutto ciò non porterà ricadute importanti dal punto di vista occupazionale. La lavorazione della nitro gelatina è quasi completamente automatizzata, qualche decina di persone saranno impiegate nella fabbrica.
Ma sorge una domanda, chi vorrà andare a lavorare in una fabbrica di armi? Sicuramente, vista la situazione occupazionale del territorio, non sarà difficile per la KNDS ricercare e trovare personale.
Le motivazioni della protesta
Tante le motivazioni che sono state enunciate: dalla pericolosità della produzione bellica, alla pericolosità dei trasporti della nitro gelatina fino a Colleferro, dell’assenza di un ospedale attrezzato per eventuali emergenze.
Una protesta, quella alla KNDS di Anagni, che ha visto 300 persone animate e motivare contro questo progetto.

Ma soprattutto, tutti gli interventi hanno chiesto che fine hanno fatto i soldi per la bonifica della “martoriata” Valle del Sacco?
E questo sarebbe già un tema importante su cui ci si dovrebbe soffermare. Tutta l’area della Valle del Sacco da Colleferro a Frosinone è zona SIN (Sito di Interesse Nazionale) ma la bonifica per recuperare l’intera valle non è mai stata effettuata.
Gli effetti dell’inquinamento delle fabbriche chimiche, di laterizi, di armamenti hanno lasciato il segno ed anche l’ultimo rapporto del DEP della Regione Lazio non lascia spazio a dubbi.
In aumento le malattie cardiovascolari e degenerative, sempre più casi di sterilità maschile, di malattie polmonari. Aumenti di casi di tumore.
Basterebbero solo questi dati per convincere gli amministratori della Valle del Sacco a fare fronte comune.

L’assenza dei sindaci e della politica
Invece ieri i grandi assenti sono stati proprio gli amministratori, i sindaci, i consiglieri regionali eletti, i parlamentari.
Se ne sono guardati bene dal metterci la faccia e schierarsi a fianco dei cittadini. Certo se si fossero presentati, molto probabilmente avrebbero dovuto sostenere i fischi e gli improperi dei cittadini, quindi hanno scelto di non partecipare.
L’unica ad averci messo la faccia è stata la parlamentare del movimento 5 stelle Ilaria Fontana, verso la quale e verso il suo movimento non sono mancate critiche da parte dei presenti.
Tanta è la rabbia e il risentimento verso coloro che questa Valle l’hanno rovinata, verso coloro che questa Valle non l’hanno difesa e soprattutto hanno fatto poco o niente per bonificarla.

La richiesta di sicurezza
Tra gli interventi hanno fatto riflettere quelli relativi alla sanità. L’Ospedale di Anagni di fatto chiuso da 12 anni e quello di Colleferro in crisi perenne.
Che fine hanno fatto le 25 mila firme raccolte dai cittadini di Colleferro per la riqualificazione dell’Ospedale Parodi Delfino di Colleferro? Hanno detto i manifestanti.
Ma un altro tema è stato posto all’attenzione, quello relativo alla sicurezza dell’area. Lo stabilimento che produrrà nitro gelatina di fatto diventerà un sito sensibile in caso di guerra esponendo così il territorio.
Oltre due ore di manifestazione, intensa e partecipata, anche se per quanto sta accadendo ci si sarebbe aspettata molta più gente.
Forse tra i cittadini, si è fatta largo la rassegnazione di poter vedere invertire la tendenza che in nome del progresso, ha praticamente distrutto un territorio enorme.