“Le sanzioni che abbiamo imposto a Mosca hanno avuto un effetto dirompente sulla macchina bellica russa, sulla sua economia,” diceva Mario Draghi nel 2022.
Evidentemente, si sbagliava e di grosso. Era il periodo in cui tutti parlavano della sua agenda salvifica, un’agenda misteriosa che alla fine si è trovata nella borsetta della Meloni. Non c’era ombra di critica nel suo operato, tutti allineati e coperti dietro l’ex Presidente della Banca Centrale Europea. In pochissimi si schierarono contro quella narrazione a senso unico, solo alcuni fecero notare che quelle sanzioni erano invece autosanzioni che l’Europa stava infliggendo a se stessa. Oggi la Banca Mondiale ne certifica l’inutilità .
Il Report della Banca Mondiale, l’economia russa vola
L’attività economica in Russia  è stata influenzata da un forte aumento dell’attività militare nel 2023, mentre la crescita è stata anche stimolata da una ripresa del commercio (+6,8%), del settore finanziario (+8,7%) e delle costruzioni (+6,6%). Questi fattori hanno portato ad aumenti sia del PIL reale (3,6%) che nominale (10,9%)
La narrazione senza senso della politica europea
Le balle spaziali, sostenute da gran parte del Parlamento Europeo che festante accoglieva le decisioni di sanzionare economicamente la Russia, sono ora davanti agli occhi di tutti.
Ma non basta alla politica europea per fargli cambiare linea e lavorare alacremente su una soluzione di pace. Ursula von der Leyen sembra sempre l’indiziata numero uno alla presidenza della Commissione, le linee economiche di austerity non sono neanche minimamente scalfite, la guerra alla Russia deve continuare senza sosta e l’Europa si trova strangolata economicamente e politicamente.
Nonostante i rischi di un’estremismo di destra, l’establishment europeo continua sulla linea del rigore cieco economicamente e sulla strada di sudditanza sciocca agli interessi esclusivi degli USA. Eppure c’era un tempo in cui la politica era illuminata. Senza mettere in discussione le adesioni ai trattati internazionali si deve pensare a una riapertura del dialogo con la Russia, che rappresenta un pezzo di Europa fondamentale per non tornare a un passato ormai archiviato. Le economie mondiali danno sempre meno credito agli Stati Uniti, lo dimostra un report del Fondo Monetario Internazionale che come Spunta abbiamo analizzato in un altro articolo, questo il link https://www.laspunta.it/stati-uniti-e-cina-allo-scontro-finanziario/
Economie indipendenti, anche l’Iran in ascesa economica
L’economia iraniana è cresciuta del 5,0% nel 2023, trainata principalmente dalle esportazioni di petrolio e sostenuta dai guadagni nei servizi e nella produzione manifatturiera.
Oggi la potenza del dollaro non è più così influente come un tempo. Le economie emergenti stanno svoltando nella direzione dei BRICS ( Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa). A gennaio di questo anno ha aderito l’Iran e prima ancora hanno svoltato verso questa nuova alleanza Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto ed Etiopia.
Altri sono pronti al passaggio come il Venezuela, Cuba, Thailandia ed in particolare la Turchia.
In un mondo sempre più in frantumi l’Europa dovrebbe operare per la coesistenza pacifica fra tutti gli Stati e ascoltare le diverse voci del nuovo mondo.