Un centinaio di cittadini si sono riuniti per difendere il lago di Nemi, per una manifestazione per ribadire il no ai progetti di cementificazione e alla turistificazione eccessiva che mettono a rischio l’ecosistema locale. Secondo gli organizzatori, in un anno il cosiddetto “Specchio di Diana” ha perso 20 cm di livello, pari a circa 300mila metri cubi di acqua, mentre le amministrazioni locali spendono milioni di euro in progetti ritenuti inutili e impattanti.
Nei giorni scorsi, sono stati contattati i sindaci dei 17 comuni che fanno parte del Parco Regionale dei Castelli Romani e lo stesso Ente Parco.
Le richieste riguardavano il blocco di nuovi progetti di cementificazione, una moratoria sui tagli boschivi, l’impegno per tutelare le falde idriche e l’opposizione al progetto dell’inceneritore a Santa Palomba.
All’appello, solo le amministrazioni di Rocca Priora e Marino hanno risposto positivamente, mentre la maggior parte non ha ancora dato riscontro.
Durante la manifestazione, molti interventi hanno sottolineato come il lago sia incompatibile con attività eccessive di “movida” e come il suo livello, continuando così, potrebbe arrivare a ridursi a stagno entro vent’anni.
Un destino simile rischia di toccare anche il lago Albano, già diminuito di 73 cm in 20 mesi, con una perdita annua di 2,2 milioni di metri cubi di acqua, metà dei quali sottratti dal pozzo “Sforza Cesarini” di ACEA.
Il presidio ha visto la partecipazione anche di gruppi di ciclisti, che hanno dato appuntamento a una biciclettata di protesta contro i tagli boschivi.
Il collettivo “Suoli Vivi” ha legato il problema del lago all’impatto negativo della cementificazione sull’intero territorio dei Castelli Romani.
Durante l’evento, sono stati esposti foto, striscioni e la planimetria del discusso progetto “Sport Lineare”: un milione di euro per due chilometri di strada, piste ciclabili ritenute inutili e pedane in aree umide finora incontaminate.
Il “Comitato per la protezione dei boschi” invita a partecipare alle prossime iniziative, tra cui un presidio il 13 luglio al parco “La Pompa” e il 15 luglio nei pressi del terreno dove ACEA intende costruire l’inceneritore. L’appello è alla mobilitazione e all’impegno per la salvaguardia del territorio.