“Io non ho nulla contro Forza Italia e sono sempre stato disponibile al dialogo“, così, con tono pacato e apparentemente conciliante, il sindaco Riccardo Mastrangeli ha provato a riscrivere la storia politica recente del centrodestra di Frosinone. Peccato che, come spesso accade, la realtà abbia l’irritante abitudine di smentire le narrazioni di comodo.
Secondo Mastrangeli, Forza Italia sarebbe semplicemente assente dal “quadro politico del centrodestra”, nonostante i suoi “numerosi richiami”. Una dichiarazione che, se non fosse drammaticamente pretestuosa, sarebbe degna di una standing ovation al teatro dell’assurdo.
Perché la verità è che Forza Italia ha bussato alla porta del sindaco per oltre un anno intero, chiedendo con chiarezza un azzeramento della giunta ed una verifica politica. Risposte? Nessuna. Silenzio. O peggio: offerte di poltrone sottobanco, come denunciato pubblicamente dal coordinatore cittadino Pasquale Cirillo.
La verità è che Forza Italia ha scelto di non piegarsi al teatrino delle deleghe e degli assessorati, rifiutando ogni logica spartitoria. E mentre Mastrangeli si affanna a cercare sponde tra liste civiche e opposizioni “benevole”, il centrodestra autentico si è dissolto sotto i suoi occhi, vittima della sua stessa incapacità di ascolto.
Il sindaco parla di dialogo, ma non ha mai convocato un vero tavolo politico. Parla di centrodestra, ma governa con chiunque, tranne che con i partiti che lo hanno eletto. Parla di unità, ma divide e silenzia. E ora, con un’ingenuità che rasenta il candore, si stupisce se Forza Italia ha detto basta.
La verità è che il “modello Frosinone” di Mastrangeli è fallito. Non per colpa degli altri, ma per la sua ostinazione a ignorare ogni richiesta di confronto serio. E se oggi il sindaco si ritrova con una maggioranza risicata e un’opposizione sempre più compatta, forse dovrebbe guardarsi allo specchio, prima di cercare colpe altrove.