Il 17 ottobre del 2019, a seguito di un incontro con l’allora assessore alla sanità regionale D’Amato, alla presenza dell’allora Direttore Generale, Narciso Mostarda e dei sindaci Coppola e De Angelis, venivano annunciati con grande enfasi 5 milioni di euro da destinare all’Ospedale Riuniti di Anzio e Nettuno.
L’obiettivo principale di tale investimento era la ristrutturazione e il rafforzamento del pronto soccorso, del reparto di rianimazione e delle risorse mediche, in particolare per far fronte alla carenza di medici specializzati e un lavoro di concerto tra comuni e il comitato regionale percorso nascite proprio per il punto nascite del Riuniti.
Nel comunicato l’allora direttore Mostarda asseriva anche che erano in dirittura d’arrivo le procedure per le nuove tecnologie e per il reperimento del personale medico, infermieristico e di supporto.

Poi il Covid ha rallentato tutto, ma dopo il Covid, quei soldi dovevano essere utilizzati ed invece nulla è accaduto.
Che fine hanno fatto quei soldi? Dove sono stati destinati? Sono ancora accantonati e mai spesi?
A distanza di diversi anni, non si registrano progressi tangibili o interventi concreti in queste aree. Nonostante l’importanza di questi fondi per la salute e la sicurezza dei cittadini, la destinazione e l’utilizzo di tali risorse rimangono un mistero, e non sono stati avviati percorsi di ristrutturazione, ampliamento o miglioramento delle strutture ospedaliere previste.
Sul Riuniti regna l’immobilismo e la situazione si è ancor più aggravata per la cronica ormai mancanza di medici, con reparti sull’orlo della chiusura e con un punto nascite che invece di essere affiancato dal Comitato regionale percorso nascite insieme ai sindaci con l’impegno a svolgere un lavoro di analisi con i rispettivi servizi anagrafici, è stato chiuso.
Disguidi? Cambi di strategia? Un piano è stato votato dalla conferenza dei Sindaci, questo è vero, come è vero però che a rappresentare i comuni di Nettuno ed Anzio c’erano i Commissari nominati dal Prefetto dopo lo scioglimento dei consigli comunali per le note vicende giudiziarie, legate alla vicenda Tritone.
Oggi il nuovo Direttore Generale della Asl Rm6, Arturo Cavaliere, oltre a fare comunicati sulla partoanalgesia dell’Ospedale Colombo, neanche fosse una rivoluzione copernicana, dovrebbe magari concentrarsi di più sui problemi che affliggono il Riuniti e sulle promesse mai mantenute.
Leggi di seguito il comunicato della Asl Rm6 del 17 ottobre 2019 https://www.aslroma6.it/-/in-arrivo-investimenti-per-il-potenziamento-dell-ospedale-riuniti-di-anzio-nettuno?fbclid=IwY2xjawIqq4tleHRuA2FlbQIxMQABHY8yVkGiEwsuTGnJaa4oIQSN63Keakm5iSdNZjqhXCLv4vI_0gMYVf4x1A_aem_Npb0YWp0QJJ8NkoD6nAiyA#null
Le sorti dell’ospedale Riunti sollevano gravi preoccupazioni tra i cittadini e gli operatori sanitari, in quanto la carenza di risorse mediche e infrastrutturali continua a mettere a rischio la qualità dei servizi sanitari offerti, specialmente in un periodo in cui la domanda di assistenza sanitaria è in costante aumento.
Una preoccupazione che ha portato i cittadini ad organizzare un comitato spontaneo che in questi mesi ha raccolto 5000 firme per chiedere la riapertura del punto nascite ed ha acceso un faro sui problemi della sanita del litorale.
La situazione solleva interrogativi sulla gestione amministrativa di tali fondi e sulla loro effettiva allocazione. Come è possibile che somme così ingenti, destinate a un settore vitale come la sanità territoriale, non siano state spese in modo efficace e tempestivo?
Inoltre, resta da chiarire come e se i Comuni di Anzio e Nettuno intendano risolvere la situazione, perché al di la della richiesta della convocazione della conferenza dei Sindaci, potrebbero anche chiedere un tavolo di confronto con il nuovo Direttore Generale Arturo Cavaliere e chiedere conto di dove siano finiti 5 milioni di euro destinati ad ottobre del 2019 all’Ospedale Riuniti e mai spesi.
In attesa di risposte concrete, la preoccupazione tra i residenti cresce, così come il bisogno di trasparenza e chiarezza sull’utilizzo di risorse pubbliche così importanti per un territorio che vede la sanità pubblica depauperata e svuotata di funzioni importanti.