Si potrebbe dire: tanto tuonò che piovve. Esplode il caso della palestra Coni di Frosinone i cui costi di ristrutturazione da 500 mila euro preventivati, sono lievitati ad 1 milione e 800 mila euro. Oltre il 300% di quanto preventivato. Pasquale Cirillo “Un pasticcio annunciato il cui danno è sulle spalle dei cittadini che si ritrovano una struttura sportiva chiusa ed inutilizzabile“.
Lo dice senza giri di parola il coordinatore comunale di Forza Italia, capogruppo di “Frosinone Capoluogo” e presidente della commissione sport.
Un altro lavoro pubblico il cui quadro economico è lievitato oltre misura. Eppure, lo stesso Pasquale Cirillo aveva sollevato i dubbi.

“Avevo proposto un emendamento per salvaguardare l’ente comunale da eventuali sovraccosti che alla luce dei fatti si sono verificati ” Ha detto Cirillo. “Il sindaco Mastrangeli ha ritenuto di non tenere in considerazione questo emendamento e questo è il risultato“.
La Palestra Coni un caso politico e gestionale
Quello della palestra Coni quindi rischia di diventare un caso non solo politico, ma gestionale, anche perché Salute e sport che gestisce l’impianto, non sarebbe in grado di garantire la copertura dei costi, oltre al fatto che vorrebbe liberarsi dell’immobile.
Quindi a pagare 1 milione e 300 mila euro di lavori aggiuntivi chi sarà ?
La riqualificazione della palestra Coni di via Mola Vecchia prevedeva inizialmente un finanziamento regionale di 543.000 euro, ma oggi il costo stimato è salito a 1,8 milioni di euro.
In consiglio comunale si era approvata la convenzione tra Comune, Regione Sport e Salute, nella quale l’emendamento di Cirillo non era passato.
“Avevo sollevato dubbi sull’adeguatezza dei fondi stanziati, proponendo un emendamento per garantire che eventuali costi aggiuntivi fossero a carico di “Sport e Salute”, proprietaria dell’impianto, senza gravare sul Comune di Frosinone” Precisa Pasquale Cirillo.
Ma nonostante ciò l’emendamento non è stato accolto. Cirillo ha evidenziato che, nonostante le rassicurazioni ricevute, ora si trova confermato che i fondi iniziali erano insufficienti.
La clausola di salvaguardia per le casse comunali, però, fu inserita dall’allora delegato allo sport, Francesco Pallone. Ma oggi il quadro economico è cambiato, con costi che sono tre volte tanto quelli previsti dal piano economico.
“Lo avevo detto che quel quadro economico non appariva sufficiente ad affrontare questa ristrutturazione” Ha aggiunto Cirillo “L’amministrazione Mastrangeli non ha certo brillato per impegno, non dando seguito alla convenzione e non obbligando Sport e Salute a fare i lavori“
La storia della Palestra Coni
La palestra Coni è chiusa dal 2017 e la Regione Lazio aveva proposto un finanziamento all’allora amministrazione Ottaviani, per la riqualificazione, stanziando 543 mila euro.
Ma la convenzione è rimasta chiusa nei cassetti per anni, fino al 2023, quando il delegato allo sport Francesco Pallone l’ha ripresa in mano, circa 5 anni anni dopo.
Un lavoro faticoso anche perché la Regione Lazio aveva minacciato di revocare il finanziamento deliberato al Comune, se non si fosse firmata la convenzione.
La convenzione fu ratificata, ma da allora ad oggi nulla è stato fatto da Sport e Salute.
Nella convenzione inoltre è specificato che il comune avrebbe dovuto pagare un affitto per la struttura di circa 30 mila euro l’anno, da scalarsi sull’eventuale costo di acquisto.
Tutto è rimasto su carta, niente è stato fatto dopo che Pallone si è dimesso ad ottobre 2024 dall’incarico, in aperto contrasto con il sindaco Mastrangeli.
L’incognita sui lavori
Quindi la palestra Coni resterà chiusa, i cittadini perdono l’opportunità di poterla utilizzare, Sport e Salute probabilmente non inizierà mai i lavori di ristrutturazione.
Questa vicenda denota il disinteresse della giunta Ottaviani prima e della Giunta Mastrangeli poi, sullo sport, tant’è che ad oggi non esiste un assessore allo sport del comune di Frosinone.
Il risultato di questa situazione è che la palestra è chiusa, una convenzione firmata e non onorata e che di fatto, alla luce della stima dei costi, è carta straccia, con il rischio di perdere anche il finanziamento regionale.