Piazza dello Scalo, lo avevamo scritto: passata la festa gabbato lo Santo. È quanto sta accadendo allo Scalo, dove ormai un mese fa l’amministrazione Mastrangeli, spendendo 58 mila euro di soldi dei cittadini, ha inaugurato la “spianata” dello Scalo.
“Tra qualche giorno arriveranno i giochi per i bambini” è passato un mese ed i giardini sono rimasti brulli e impraticabili con il grande caldo che si è abbattuto su tutta la Penisola.
Una inaugurazione di una piazza finita a metà, ancora da completare. Una inaugurazione fine a sé stessa e alla vanagloria di un sindaco che giorno dopo giorno è solo attaccato alla sua poltrona e a nient’altro, come il resto della sua maggioranza.
La piazza non è assolutamente praticabile per i bambini e le famiglie. I giochi promessi sono rimasti tali. Promesse che non si concretizzano mai come quella dell’assessore Geralico e del monumento alle donne vittime di violenza.
È passato un anno e del monumento neanche l’ombra.
Mentre la città affoga nei problemi. Adesso anche la vicenda dei dehors nel centro storico. Nessuno mette in discussione la possibilità degli esercizi commerciali di poter mettere dei tavoli all’esterno, ci mancherebbe, anzi i cittadini possono trovare così anche un momento dove socializzare tra un caffè ed un aperitivo.
Non è questo il punto. Il punto sta che per qualcuno il regolamento è un optional, mentre per altri è un rigido ostacolo insormontabile. Un’amministrazione che si rispetti fa rispettare le regole e cerca di fare atti e regolamenti che possano dare a tutti queste opportunità.
Invece, sempre più spesso assistiamo ad azioni, da parte dell’amministrazione, poco comprensibili creando disparità di trattamenti al limite del ridicolo e il caso dei dehors è uno di questi.

Il caso dello Scalo è emblematico. Questo sindaco, nonostante i comitati, i cittadini, una mozione votata da lui stesso, è andato avanti per la sua strada, con la sicumera di chi ha ragione a prescindere, senza ascoltare niente e nessuno, tranne Nicola Ottaviani.
È successo così con il Carnevale. Senza dire niente a nessuno ha deciso, insieme alle due assessore Testa e Geralico di non bruciare re carnevale, sollevando l’ira dei cittadini e non solo del comitato rione Giardino. La riposta anche qui emblematica, con gestacci dell’assessore Testa verso i cittadini.
Una amministrazione pervasa dalla sindrome del “Marchese del Grillo” quando nella celebre scena del mancato arresto del nella bisca all’osteria, allontanandosi con il comandante della guardia papale, il Marchese interpretato da un superbo Alberto Sordi, pronunciò la frase “Io so io e voi nun siete un c….”
Si spendono soldi pubblici per feste, concerti, vernissage, tutto giusto per carità, ma la città sta lentamente soffocando, di smog, di mal’aria, di mancanza di programmazione, con appalti aggiudicati e contratti mai firmati, vedi Super Eco, un pasticcio dal quale ad oggi non si capisce ancora la ratio e incarichi affidati a parenti degli assessori.
Tutto ciò con una maggioranza che non c’è. Eppure senza i numeri, questo sindaco riesce ancora a galleggiare, perché c’è sempre qualcuno che corre in soccorso, quasi si avesse il timore di interrompere un percorso amministrativo che non ha più motivo di esistere.
Nonostante ciò il Sole 24 nella sua classifica dei sindaci più amati, lo piazza al 28° posto. Come la Celentano a Latina addirittura al 20° posto. Due sindaci sull’orlo della crisi, con con grossi problemi e maggioranze variegate, almeno a Frosinone. E’ proprio vero che certi sondaggi, classifiche o statistiche sono come quelle della media del pollo, consumati dagli italiani.
La coalizione eletta dai cittadini non esiste più, la maggioranza granitica non esiste più. Tirare a campare per una città come Frosinone è peggio che lasciarla in mano ad un commissario prefettizio.