“La piazza dello Scalo è diventata simbolo di ciò che uno spazio pubblico non dovrebbe essere: un luogo di divieti, mancanze e isolamento”. A dirlo è Giovanni Bortone, che con un intervento dettagliato lancia un appello all’amministrazione comunale di Frosinone affinché la piazza, ancora non inaugurata ufficialmente, venga trasformata in un luogo inclusivo e realmente vivibile per tutti.
L’intervento di Bortone è una denuncia lucida e concreta. “La piazza – che si trova proprio di fronte al mio luogo di lavoro – doveva essere un centro di aggregazione, ma oggi è dominata da divieti e da carenze strutturali che la rendono inaccessibile”, afferma.

Barriere architettoniche e bambini esclusi
Uno dei principali problemi riguarda l’accessibilità per le persone con disabilità: “Non c’è una rampa dalle strisce pedonali: chi è in sedia a rotelle o ha difficoltà motorie non può accedere”, spiega Bortone, che sottolinea come questo rappresenti una violazione del diritto all’inclusione.
Nemmeno i più piccoli trovano spazio nella piazza: nessuna area giochi, nessun elemento che inviti bambini e famiglie a viverla. “È un deserto di cemento, senza scivoli, altalene o risate”, afferma. “E’ una piazza che ti S-piazza” prosegue Bortone
“Una fontana senz’acqua e cittadini assenti”
C’è anche una fontana, ma abbandonata, priva d’acqua: “Un sogno di bellezza mai realizzato, solo un simbolo del degrado”.
Bortone osserva inoltre un fatto emblematico: l’assenza dei cittadini. “Vietato mangiare, bere, giocare: la piazza sembra più un elenco di proibizioni che un luogo di socialità. È vietata anche alle persone? ”, si chiede ironicamente aggiungendo “E’ un sogno negato ai cittadini“
Degrado e incuria: “Specchio della comunità”
Nonostante l’opera non sia ancora stata inaugurata, erba alta, bossi secchi, magnolie sofferenti e dislivelli pericolosi testimoniano una gestione trascurata. “La cura dello spazio pubblico è lo specchio della cura che una comunità ha per se stessa”, scrive Bortone.
Un appello all’amministrazione
“Questa piazza dovrebbe essere un ‘locus amoenus’, un luogo di incontro e relax, non di esclusione e divieti. L’amministrazione comunale e il sindaco devono ascoltare la voce dei cittadini e intervenire con urgenza per recuperare questo spazio, prima che il degrado lo inghiotta del tutto”