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Home » Blog » Processo Tritone: L’avvocato Capozzoli “Perronace non è il boss delle Falasche”

Processo Tritone: L’avvocato Capozzoli “Perronace non è il boss delle Falasche”

La difesa cerca di smontare in 4 ore le accuse del PM Musarò. Secondo Capozzoli "Accuse inconsistenti nei confronti di Davide e Gabriele Perronace" "
RedazioneRedazione13/11/20245 Mins Read
Il Tribunale di Velletri

In oltre 4 ore l’avvocato Nicola Capozzoli tenta di smontare le accuse del Pm Musarò nei confronti di Davide e Gabriele Perronace.

Nessuno spessore criminale, nessuna capacità di essere il boss delle Falasche, nessuna ingerenza nei rapporti con la politica e negli appalti pubblici. Questa in sintesi la ricostruzione della lunga arringa sostenuta dall’avvocato Capozzoli.

“Quali sono i requisiti per accertare le articolazioni territoriali di un sodalizio mafioso?” ha detto in apertura l’avvocato Capozzoli. “La prova concreta della sua presenza fuori dal territorio originario. La Procura ha agito sulle intercettazioni, quelle errate senza trascrizione e riscontri e quelle interpretate dalla Procura e quale è il significato univoco?” Ha aggiunto l’avvocato Capozzoli che è entrato nel merito delle intercettazioni.

Nelle intercettazioni con i carabinieri Rillo e dell’Unto l’avvocato Capozzoli ha affermato “Non ci sono rapporti patologici. Fino al 21 marzo del 2018 Perronace era incensurato e il comandante Costantini afferma di non aver mai avuto niente a che fare, da un punto di vista investigativo, con Davide Perronace. Si sono portati dietro l’etichetta della ndrina” Ha ripetuto l’avvocato nel leggere le deposizioni del comandante dei carabinieri di Anzio, proseguendo oltre passando all’intercettazione fatta a casa di Perronace con i due carabinieri del Nucleo Operativo “Perronace dice a Rillo come sta tua moglie? Mia moglie è stata male ma 10 anni fa risponde Rillo che poi presenta Dell’Unto a Perronace che conosce in quel momento.” Afferma L’avvocato che prosegue dicendo “Di Rillo non ha neanche il cellulare e se non ha rapporti diretti con Rillo come può essere Rillo subalterno?”

Per l’avvocato Capozzoli la Procura ha interpretato le intercettazioni senza contestualizzarle “Perronace dice a Rillo di essere preoccupato per i controlli che gli faranno ai domiciliari, e afferma Sono preoccupato per Giada (la figlia di Perronace ndr) e Rillo gli dice di cosa ti preoccupi? Quando i colleghi vengono a fare i controlli poi si accorgono che tipo sei, hanno a che fare anche con gentaglia. Vengono, bussano vedono se ci sei, che ti comporti bene e se ne vanno e Perronace di rimando ti ringrazio che sei venuto”

Mentre sulla vicenda della pasticceria Stampeggioni, Perronace dice al suo interlocutore “Ma glielo possiamo chiedere a Rillo non è che s’incazza?” L’avvocato sminuisce anche la caratura di boss delle Falasche “Se fanno una rapina nel territorio del boss, indipendentemente dalla somma rubata, il boss deve dare un segnale, invece con la titolare del bar gli dice se sono duemila euro che ti hanno rubato lascia perdere“

“E’ singolare che la Procura abbia interpretato le intercettazioni” ha incalzato l’avvocato difensore che ha introdotto il tema delle infiltrazioni e del condizionamento della politica. Il 28 aprile Candido De Angelis dice Io ho dato una mano alla famiglia, con Gabriele Perronace ho dei rapporti di lavoro.”

E sui rapporti con Giuseppe Ranucci l’avvocato ha cercato di fare emergere l’amicizia trentennale dei due “Ranucci e Perronace si conoscono da trent’anni sono amici ma quale sottomissione e Ranucci infatti afferma Pure alle Falasche pensavo di prendere un centinaio di voti, perché i voti ce li ho in quella zona, i Perronace mi avranno girato 7-8 voti e rispetto alle elezioni precedenti non ho preso i voti dei miei ex suoceri ed ex cognati” Ha ripetuto l’avvocato che sulle infiltrazioni a Nettuno invece ha detto “Perronace sa che si candida Luca Ranucci, il figlio di Giuseppe e lo chiama dicendo: Uno zio di mia moglie potrebbe darti qualche voto se vuoi lo chiamo. E questa sarebbe la caratura del boss che gestisce la politica e che muove pletore di voti? Ha affermato l’avvocato difensore.

Sugli appalti invece ha citato alcuni episodi che sono agli atti del brogliaccio e delle deposizioni nelle quali Perica manda via Perronace mentre stava facendo un lavoro “Me l’ha detto l’assessore di venire qua dice Perronace a Perica che gli risponde “Può avertelo detto chi cazzo ti pare ma questo lavoro non è nella delibera e te ne devi andare. E questo sarebbe un funzionario del comune terrorizzato dal boss?” Ha sempre aggiunto l’avvocato

“Perronace ha sempre chiesto di far lavorare tutte e otto gli autospurghi presenti su Anzio proponendo una zonizzazione e una rotazione – ha detto l’avvocato Capozzoli – tanto avevano visto di buon occhio questo tipo di soluzione.”

Così come non ci sono riscontri su appalti nelle scuole e in altri settori perché smentiti anche da altri imprenditori come il titolare della eco imballaggi, ha fatto notare l’avvocato Capozzoli.

Anche il tentativo di estorsione nei confronti di Di Girolamo è stato minimizzato dall’avvocato difensore riportando la sentenza del tribunale della libertà e riportando le affermazioni dello stesso Di Girolamo “Si io avevo un debito di lavoro con Perronace a lui ho ridato i soldi”

Così come con la l’assessore Nolfi ha sempre smentito di aver mai interloquito con Perronace, ha aggiunto l’avvocato Capozzoli. E poi i lavori al quartiere Europa in affidamento diretto a maggio 2018 due mesi dopo l’arresto di Perronace.

Secondo la Procura questi lavori sarebbero stati sollecitati dalle infiltrazioni di Perronace. Invece dalla ricostruzione dell’avvocato Capozzoli è diametralmente opposta. “Nisi afferma che i lavori erano urgenti, che la ditta viene individuata per la tipologia dei mezzi e di aver scoperto dopo che Perronace è ai domiciliari e si preoccupa del fatto, ma la ditta è del figlio e l’affidamento è di 300 euro. Ci sono state pressioni? Mai pressioni sostiene Nisi, ma avevamo il problema dell’urgenza di liberare il bagno di una abitazione delle case popolari“. Afferma leggendo le dichiarazioni rese.

L’avvocato Capozzoli ha puntato sulla debolezza dei capi d’accusa e sulla nessuna consistenza di un quadro criminale atto a condizionare la politica e gli appalti nel comune di Anzio da parte di Davide e Gabriele Perronace analizzando la tesi del Pm e smontandola nel tentativo di far cadere, nel ragionevole dubbio, le accuse legate al 416 bis.

Ora la parola spetterà al Pm per le repliche che saranno prodotte nell’udienza del prossimo 25 novembre, ad elezioni già svolte sia a Nettuno che ad Anzio.

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