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Home » Blog » Regina Viarum: Genzano, Lanuvio, Velletri e la Provincia di Latina esclusi per criticità nei requisiti

Regina Viarum: Genzano, Lanuvio, Velletri e la Provincia di Latina esclusi per criticità nei requisiti

Eugenio SiracusaEugenio Siracusa01/08/20245 Mins Read
Un tratto dell'Appia antica nei pressi dell'omonimo parco

In questi giorni si sta facendo un gran parlare del riconoscimento del tracciato dell’Appia Antica come patrimonio dell’UNESCO che porta così l’Italia ad avere 60 siti tutelati.

Ma ancor di più si sta alzando un polverone per le zone dell’Appia Antica che l’Unesco ha escluso dal riconoscimento.

Sgarbo politico? Disattenzione? Mancanza di progettualità e collegialità?

Niente di tutto ciò. Abbiamo recuperato il testo della delibera dell’Unesco nel quale riconosce la Regina Viarum come Patrimonio universale indicando anche quali tratti sono stati esclusi.

I tratti sono tre e vengono richiamati anche i capoversi relativi ai requisiti che bisognerebbe avere per vedere riconosciuto un sito patrimonio.

In sostanza i tratti esclusi dal riconoscimento non hanno i tratti per essere tali. Quindi la responsabilità è in capo alle amministrazioni locali che non hanno mai ritenuto di valorizzare i tratti dell’Appia Antica presente sui loro territori.

Nella delibera per l’iscrizione della Via Appia come patrimonio mondiale, il Comitato del Patrimonio Mondiale, dopo il lavoro meticoloso dell’ICOMOS che ha analizzato la documentazione e i criteri, ha deciso di escludere alcuni elementi costitutivi dalla candidatura. In particolare, sono stati esclusi i seguenti tratti:

  1. La Via Appia sul percorso di transumanza tarentino (015)
  2. La Via Appia dal 14° al 24° miglio con una diramazione verso Lanuvio (003)
  3. La Via Appia nella pianura Pontina, con una diramazione verso Norba (004)

Questa esclusione significa che le aree menzionate sopra, che includono i territori di Velletri, Genzano, Lanuvio, Terracina e Latina, non saranno considerate parte del sito del patrimonio mondiale, nonostante la loro rilevanza storica e culturale.

Criteri di Valutazione Generali

  1. Criterio (iii): La Via Appia è un esempio eccezionale di un’opera ingegneristica romana con un’influenza duratura sulla civiltà mediterranea.
  2. Criterio (iv): Testimonia le capacità organizzative e amministrative della civiltà romana.
  3. Criterio (vi): Ha svolto un ruolo significativo nella diffusione di idee e credenze, inclusa la religione cristiana.

Integrità e Autenticità

  • I siti inclusi devono mostrare un buon stato di conservazione e un’autenticità significativa nei loro attributi.
  • Devono rappresentare fedelmente le caratteristiche, il tracciato e la coerenza della Via Appia.

Possibili Motivazioni per l’Esclusione

  1. Stato di Conservazione:

I tratti esclusi potrebbero non aver raggiunto i livelli richiesti di conservazione o autenticità necessari per la designazione UNESCO.

  • Rappresentatività:

È possibile che le aree escluse non rappresentino adeguatamente le caratteristiche storiche e culturali della Via Appia rispetto ad altre parti che sono state incluse.

  • Contesto Urbanistico e Naturale:

Le differenze in termini di contesto, sia naturale che urbano, potrebbero aver influenzato la decisione. Gli attributi di questi tratti potrebbero non essere considerati sufficientemente coerenti con il resto del sito candidato.

Estratto Rilevante dal Documento

“Il Comitato del patrimonio mondiale Iscrive la Via Appia. Regina Viarum, Italia, a eccezione degli elementi costitutivi seguenti: La Via Appia sul percorso di transumanza tarentino (015), La Via Appia dal 14° al 24° miglio con una diramazione verso Lanuvio (003) e La Via Appia nella pianura Pontina, con una diramazione verso Norba (004), sulla Lista del patrimonio mondiale sulla base dei criteri (iii), (iv) e (vi).”​(delibera via appia)​.”

L’intero documento dell’UNESCO è di 102 pagine e quelle riguardanti l’Appia vanno da pagina 58 a pagina 60.

La relazione dell’ICOMOS, molto puntuale e corposa di 425 pagine, 14 sono dedicate all’Appia. Nella relazione si sono evidenziate le criticità del tracciato, l’antropizzazione, la vicinanza con i siti di interesse, il rischio idrogeologico e di incendi.

Numerose le richieste di chiarimenti chiesto allo Stato Italiano e altrettante le risposte di merito. Per quanto riguarda Lavinio e il tratto della pianura pontina sono emerse criticità relativi a rischi di incendio (il tratto verso Itri) la lontananza con i siti di interesse e una maggiore cura ed attenzione (Lanuvio).

L’ICOMOS ha proposto anche delle raccomandazioni per i tratti esclusi con le proposte, convenute dallo Stato Italiano di intervento e con una verifica da effettuarsi entro il 2026, data nella quale, lo Stato se lo riterrà opportuno potrà chiedere di rivedere l’esclusione dei tre tratti dell’Appia Antica.

Particolarmente interessante il passaggio nel quale l’Italia informa l’ICOMOS che è previsto nel PNRR un piano di investimenti sulla via Appia. Questo il testo

Per tale azione, l’informazione aggiuntiva fornita dallo Stato Parte nel febbraio 2024 specifica che oltre ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR, in vigore fino al 2026, la Via Appia ha beneficiato di il programma Appia Regina viarum, il cammino dell'Appia antica, ancora in corso, con il contributo finanziario del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), comprendente progetti di ricerca, conservazione e valorizzazione del bene nominato per l'iscrizione. Tale programma ha individuato specifiche azioni per la conservazione e la valorizzazione degli elementi costitutivi del bene candidato all'iscrizione. Queste azioni sono completate o in corso fino al 2026.

Questo il resoconto della vicenda attraverso la lettura dei documenti ufficiale che laspunta.it ha potuto leggere, allegando in basso la foto del tracciato proposto a febbraio scorso per il riconoscimento

L’ultima pagina del rapporto ISOCOM dedicato alla via Appia

A questo punto approfittando anche dei fondi che il Governo, per il tramite delle Regioni ha messo a disposizione per il progetto dell’Appia Antica e tenendo conto delle raccomandazioni propedeutiche, sia per il tracciato rientrante nella delibera dell’UNESCO, sia per il tracciato escluso, sarà opportuno che i sindaci e le associazioni si muovano di concerto per arrivare alla data del 2026 per far includere anche questi territori esclusi come Patrimonio dell’UNESCO con evidenti ricadute anche sui territori.

Di seguito alleghiamo il link dove potete trovare e leggere, se ne avete la voglia e la pazienza, tutta la documentazione della 46 sessione dell’UNESCO che si è svolta in India a New Dheli dal 22 al 31 luglio 2024.

https://whc.unesco.org/en/sessions/46COM/documents

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