Con il più classico dei coup de théâtre, l’assessore al bilancio Giancarlo Righini ha annunciato il regalo della Regione Lazio ai comuni della Ciociaria. 13,8 milioni di euro a fondo perduto, che i comuni non dovranno più restituire alla Regione, che ha così coperto il buco di bilancio creato verso i comuni dalla SAF, dal 2007 ad oggi.
L’assessore per giustificare il regalo, fatto con i soldi di tutti i cittadini del Lazio, ha parlato di ristoro alla comunità per aver sopportato i rifiuti arrivati dalla Capitale e da altri comuni della regione, in questi anni.
Una nobile azione, che arriva il giorno dopo la parifica positiva del bilancio regionale 2024 da parte della Corte dei Conti.
Ma anche una nobile scusa per coprire i danni che la SAF ha prodotto verso i comuni in tutti questi anni, con una gestione a dir poco avventata ed approssimativa, tanto da mettere in discussione i bilanci dei comuni che compongono la SAF con tutti i possibili danni consequenziali.
Ma ci poniamo un interrogativo: può la Regione Lazio, ente pubblico, regalare dei soldi ad una SPA? Perché è pur vero che la SAF è una spa pubblica, resta pur sempre una società per azioni soggetta a quindi a regole assai diverse da una associazione che può ricevere contributi a fondo perduto.
Insomma qualche dubbio sulla legittimità potrebbe sorgere. Tanto che la decisione di regalare i soldi ai comuni della Ciociaria e alla SAF non è stata accolta con soddisfazione in Regione, visto che l’assessore Ghera avrebbe espresso forte malumore per questa decisione.
L’operazione costruita da De Angelis di ricevere il finanziamento che girato ai comuni sarebbe stato rateizzato, è stata possibile grazie alla forte vicinanza politica del Presidente della SAF proprio con il Presidente della Regione.
Ora seppur vera la necessità di trovare una soluzione che salvasse capra e cavoli dal dissesto finanziario dei comuni con risvolti anche sulla gestione della SAF, la strada intrapresa con il coinvolgimento diretto della Regione può diventare un precedente.
Che ne penseranno i cittadini e i sindaci dell’Agro Pontino alle prese con i costi e le perdite di Acqua Latina? Anche AcquaLatina è una SPA che vede il 51% del capitale nelle mani del pubblico.
Anche per loro potrebbe verificarsi la possibilità di ricevere di un contributo a fondo perduto per risanare i debiti, piuttosto che continuare a chiedere soldi ai cittadini?
Che diranno i cittadini e i comuni dell’area dei Castelli Romani che sono per la raccolta dei rifiuti sono consorziati nella Volsca Ambiente? Anche per loro potrebbe aprirsi la possibilità di ricevere soldi a “pioggia” senza rimborso, per coprire perdite di bilancio?
Di fatto la Regione Lazio non ha nessun controllo sulla SAF, tranne quello politico esercitato da Rocca e Righini nei confronti di De Angelis che incassa il risultato.
Ma De Angelis non può certo dire che le cose vadano bene nella SAF, indipendentemente dai regali della Regione.
Appare evidente un problema nella governance della SAF. Lo si è capito proprio nell’assemblea convocata dal presidente Fabio De Angelis, lo stesso che amministra anche l’APEF l’agenzia di servizi ambientali che “presta” il personale alla Provincia di Frosinone.
Solo 41 sindaci, su 92, erano presenti all’assemblea che è stata resa valida solo grazie alla seconda convocazione, per la quale bastava solo il 30% della presenza dei Sindaci.
Tra le assenze di rilievo quella del Sindaco di Cassino, Enzo Salera, che non è passata inosservata, come anche quella di altri sindaci del territorio, difatti il 50% non si è presentato all’assemblea convocata a Frosinone.
Il tema della governance e della gestione, diventerà centrale nei prossimi mesi e la prima avvisaglia è stata proprio l’assenza della metà dei sindaci del territorio.
Uno dei prossimi nodi sarà rappresentato dal bilancio consuntivo della SAF, fermo all’approvazione del 2023, pubblicato in data 11 marzo 2025.
Dopo questa “operazione Pantalone” realizzata con la Regione Lazio, la SAF sarà in grado di pubblicare il bilancio 2024 visto che ad oggi tutto tace?