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Home » Blog » Respinta dal Tribunale di Velletri la richiesta di danni nei confronti del Comitato residenti Colleferro e di Ina Camilli

Respinta dal Tribunale di Velletri la richiesta di danni nei confronti del Comitato residenti Colleferro e di Ina Camilli

RedazioneRedazione15/01/20255 Mins Read
Il Tribunale di Velletri

La richiesta di risarcimento dei danni avanzata nei confronti del Comitato residenti Colleferro e della sua rappresentante, Ina Camilli, dopo quasi 5 anni, è stata respinta  dal Tribunale di Velletri.

La causa civile era stata promossa dalla società consortile Minerva – i Comuni soci – e dal suo Amministratore unico, Alessio Ciacci, con l’accusa di aver diffuso a mezzo stampa due comunicati a carattere diffamatorio, finalizzati a screditare la gestione dell’amministratore, ad evidenziare l’instabilità economica del consorzio e l’inopportunità di costituire un nuovo soggetto pubblico, cui affidare il servizio di gestione di raccolta dei rifiuti, affrettando la liquidazione della società regionale Lazio Ambiente spa.

La complessa operazione giudiziaria è stata caratterizzata anche dal mancato coinvolgimento e partecipazione dei cittadini in violazione del principio di trasparenza e di legalità, cui deve ispirarsi l’operato dell’Amministrazione comunale: fino all’odierno presente comunicato pubblico.

Con la richiesta al Tribunale di accertare la situazione di fatto e di diritto, la controparte chiedeva il risarcimento dei danni, quantificati in complessivi 100 mila euro, di cui 50 mila a favore del consorzio e 50 mila per l’Amministratore unico, il pagamento delle spese legali, una dichiarazione di rettifica delle affermazioni e la pubblicazione della (eventuale) sentenza civile di condanna su quotidiani nazionali o regionali.

La richiesta del Comitato e di Ina Camilli è stata invece volta unicamente all’accertamento della verità, senza nessuna rivendicazione economica contestualmente mossa ai danni di Minerva.

Il contenuto dei due comunicati – dal titolo “Colleferro. Il Comitato residenti sul Consorzio Minerva: “il duo Ciacci-Bernardini approda a Colleferro” e “Perdite Minerva: frutto inequivocabile della gestione Ciacci” – poneva l’accento sulla perdita di bilancio, sulla riduzione del capitale sociale del consorzio, sui pregressi incarichi del Signor Ciacci e la loro incompatibilità con la carica attuale, sulla legittimità del bando di selezione, sulle criticità della gestione amministrativa e sull’acquisto del ramo di azienda in perdita.

Il Tribunale ha ritenuto tutte le censure mosse dal Consorzio e dal Signor Ciacci infondate e le ha rigettate, riconoscendo al Comitato ed alla sua rappresentante di non aver diramato notizie false e contrarie all’effettiva realtà dei fatti, circostanze valutate oggettivamente vere e non contestate dalla controparte, e di aver esercitato il libero diritto di cronaca, di informazione e di critica politica, garantiti dall’art. 21 della Costituzione, rispetto all’operato del Consorzio ed alle scelte del Comune di Colleferro.

Il giudizio sferzante dei comunicati, secondo il Tribunale, appare giustificato e legittimo alla luce dei fatti, con toni che non trascendono in un attacco gratuito alla persona o all’immagine della società.

Nel solco di un costante orientamento giurisprudenziale, il Tribunale ha proceduto ad un bilanciamento tra l’interesse individuale alla reputazione, che si ritiene lesa, e il diritto alla libera manifestazione del pensiero, confermando che il delitto di diffamazione a mezzo stampa, quando viene esercitato nei limiti della verità del fatto narrato, appare giustificato dall’interesse pubblico alla conoscenza di quel fatto.

La pretesa del Comitato e della sua rappresentante verso i Comuni soci del Consorzio di adempiere agli obblighi di trasparenza – si legge nella sentenza – rientra nel cosiddetto giornalismo di inchiesta, riconoscendo a chi lo esercita – nel caso di specie ad Ina Camilli – una tutela primaria al fine di rendere operativo il diritto della collettività ad essere informata anche su temi sociali di particolare rilievo pubblico.

Il Tribunale ha pronunciato una sentenza di condanna al pagamento delle spese di lite in favore del Comitato e della Camilli, quantificate in 9.379,16 euro, oltre al rimborso delle spese generali.

“Ringrazio il legale che mi ha assistito, l’avv. Arturo Salerni – dichiara Ina Camilli – e quanti anche inaspettatamente mi hanno dimostrato solidarietà e vicinanza in questo lungo processo, che ci ha costretti a provvedere autonomamente al pagamento delle spese legali, una denuncia che ha interrotto e colpito l’indipendenza dell’informazione.”

“Mai avrei immaginato, durante le festività natalizie del 2021, che mi sarei trovata di fronte ad una denuncia del consorzio, di cui il Comune di Colleferro è il socio capofila. Il Sindaco Sanna e l’Assessore all’Ambiente Calamita non hanno ritenuto di parlarmene, nonostante la conoscenza personale e un impegno civico che porto avanti da circa 15 anni.” Ha aggiunto la Camilli.

“Sono certa che se me ne avessero parlato – prosegue Camilli – si sarebbero potute percorrere altre strade ed evitare l’esborso economico, che speriamo non ricadrà sulle tasche dei contribuenti colleferrini.“

“In tutto questo tempo la cosa più pesante da sopportare è stata l’incertezza della conclusione positiva del processo e il dover tacere su circostanze pubbliche per non aggravare la mia posizione: senza il peso di una azione temeraria addosso, mi sento più libera di ripartire, vedendoci riconosciuti dal Tribunale il pieno diritto di parola che, come se non bastasse, la dirigenza Minerva ha provato maldestramente a mortificare e calpestare.” Ha proseguito Ina Cammilli.

“I Comuni soci sanno che Minerva continua a navigare in acque perigliose, come abbiamo visto nell’ultimo bilancio 2023, e vedremo quali lusinghieri risultati ha registrato nell’esercizio 2024, mentre si provava a tappare la bocca alla cittadinanza attiva colleferrina.” Ha concluso Camilli.

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