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Home » Blog » “Così prendevamo i soldi dai Ciummo” Il racconto di Domenico Romano

“Così prendevamo i soldi dai Ciummo” Il racconto di Domenico Romano

Eugenio SiracusaEugenio Siracusa28/05/20255 Mins Read
raccolta rifiuti
Le mafie sempre al centro degli appalti dei rifiuti

Domenico Romano ha scelto di collaborare con i magistrati ed ha spiegato come prendevano i soldi dai Ciummo nell’appalto dei rifiuti di Catania. Prosegue a far parlare la vicenda degli appalti pilotati in Campania e in Sicilia, che ha visto la DDA di Napoli richiedere 18 arresti in carcere e 9 arresti domiciliari, su 34 persone indagate.

Al centro dell’inchiesta Nicola Ferraro che con Domenico Romano avrebbero introdotto Vittorio e Carlo Ciummo con la Super Eco nell’appalto milionario della raccolta dei rifiuti nel capoluogo etneo.

E’ proprio Domenico Romano, nelle dichiarazioni spontanee ad illustrare il meccanismo con il quale sarebbe stato pilotato l’appalto e di come sono stati poi consegnati i soldi dai Ciummo.

Romano spiega anche che i Ciummo, in un primo momento, dopo l’aggiudicazione della gara, non volevano corrispondere la somma pattuita di 10 mila euro al mese a Nicola Ferraro, che l’avrebbe dovuta dividere proprio con Romano.

L’incontro a Catania con Giuseppe Castiglione

Per convincere i Ciummo che la gara era stata indirizzata fu organizzato un incontro “L‘incontro si tenne a fine 2021 e partecipò anche Castiglione (Giuseppe Castiglione all’epoca dei fatti Presidente del consiglio comuna di Catania, secondo gli inquirenti uomo di riferimento politico dl clan mafioso Santapaola ndr) e da esso Ciummo ritornò con la convinzione che la sua aggiudicazione fosse stata determinata da noi per il tramite di Castiglione e pertanto cominciò a corrispondere mensilmente la somma di 10 mila euro al mese che io e Nicola Ferraro dividevamo in parti uguali, anche se ho avuto il sospetto che Ferraro percepisse molto di più in forza del suo rapporto con Ciummo “.

Inizia così il patto per la consegna dei soldi dai Ciummo a Ferrano e Romano.

Giuseppe Castiglione per questo interessamento avrebbe chiesto ed ottenuto l’assunzione di cinque persone nella Super eco e nella Dussmann, come riportato dagli atti degli inquirenti anche in forza a messaggi telefonici ed hai riscontri degli incontri svoltisi a Catania tra i Ciummo, Vittorio e Carlo e Giuseppe e Sante Castiglione, quest’ultimo padre del politico.

Sempre Castiglione, in una telefonata a Carlo Ciummo avrebbe fornito le percentuali su cui orientare l’offerta economica per l’appalto.

Che i Ciummo fossero nelle grazie di Nicola Ferraro lo rileva una affermazione dello stesso Romano che parlando al telefono con Anna Lanzuolo, riporta le affermazioni fattegli da Nicola Ferraro afferma

“Mi ha detto, tu se dai fastidio ad Econova, dai fastidio a quelli di Cassino. Noi a quelli di Cassino li dobbiamo tenere nella bambagia“.

Il riferimento è alla gara vinta in ATI dalla Super Eco e la Econova nel comune di Meta.

Il corriere di Ferraro e i viaggi alla Super Eco

A rendere possibile la dazione di denaro dai Ciummo a Nicola Ferraro ci pensava Nicola Mottola, per gli inquirenti il fac totum del capo dell’organizzazione criminale che, secondo la tesi della DDA di Napoli, operava in Campania e in Sicilia.

Mottola si sarebbe recato a Pignataro Interamna, sede operativa della Super Eco srl dei Ciummo in più occasioni, il primo riscontro è del marzo 2023.

un altro appuntamento risale al mese successivo, ed è sempre Mottola a recarsi nella sede della Super Eco.

Appuntamenti rilevati dalle forze dell’ordine che sistematicamente si ripetevano a maggio fino ad agosto quando, grazie ai servizi di pedinamento e di sorveglianza, i carabinieri registravano la consegna di una busta dai Ciummo a Mottola.

Ad ogni viaggio Mottola, dalla sede della Super Eco, faceva ritorno a casa di Ferraro. Sarebbe Domenico Romano a dire agli inquirenti il contenuto delle buste, visto che ogni volta Ferraro lo chiamava per invitarlo a casa sua, dopo la consueta visita di Mottola nei viaggi di ritorno da Pignataro Interamna.

Riscontri, intercettazioni, video, deposizioni. Così la DDA di Napoli ha scoperto il giro di affari dietro gli appalti dirottati da Nicola Ferraro ad aziende entrate in questo giro con la compiacenza di politici, dirigenti della Asl, funzionari e di come i Ciummo avrebbero dato i soldi a Ferraro.

Gli interrogatori davanti al GIP

Intanto sono cominciati gli interrogatori di garanzia di fronte al Gip di Napoli. Ferraro ha risposto per circa tre ore, negando ogni addebito.

Altri protagonisti di questa vicenda si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Giovedì toccherà ad altri essere interrogati, tra politici e imprenditori.

Giuseppe Castiglione, tramite il suo legale ha smentito ogni collegamento con i Ciummo, ricordando vagamente di averli incontrati una sola volta e di essere fiducioso nella magistratura.

Vale la pena ricordare come Giuseppe Castiglione, oggi deputato dell’assemblea della regione Sicilia, sia tuttora agli arresti domiciliari nell’inchiesta Mercurio per i voti di scambio che sarebbero stati ottenuti con il sostegno del clan Santapaola.

Castiglione a seguito dell’arresto ai domiciliari si è dimesso dalla commissione antimafia regionale. Come a dire “la volpe a guardia del pollaio“

Alla fine degli interrogatori il Gip dovrà valutare se confermare le richieste avanzate dai PM o decidere diversamente.

Nel frattempo il filone di indagine riguardante i Ciummo e la Super Eco è stato trasmesso alla DDA di Catania che dovrà agire di conseguenza, in relazione dell’appalto vinto dai Ciummo nel capoluogo etneo e che andrà ad ingrossare il filone di indagine che riguarda Giuseppe Castiglione.

segui anche notizie la prima parte dell’inchiesta

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