Nei primi decenni del Seicento, le antiche famiglie baronali intervennero sui loro castelli per non esser da meno nuove famiglie patrizie vicine alla Curia, in quanto parenti del pontefice o importanti funzionari dello Stato pontificio, anche perché, nel frattempo, l’avvento dell’artiglieria aveva reso inutili i vecchi castelli.
Questi interventi edilizi, legati anche al nuovo periodo di pace che vivevano i Castelli Romani, portarono alla profonda trasformazione del tessuto urbano chiuso, caratteristico del Medioevo, in un assetto che si ampliava verso la campagna con un sistema aperto di strade.
Palazzo Savelli, oggi sede del Comune di Albano Laziale, fu fatto costruire intorno al 1200 da Luca Savelli e sorge sulle rovine di una cisterna romana. Costruito nel Medioevo come fortezza lungo la via Appia, nel corso dei secoli si espanse occupando una vastissima superficie, inglobando i ruderi della Porta Pretoria e la chiesa di San Pietro, dietro alla quale era annessa la cappella della famiglia Savelli. Nel 1600 furono eseguiti i primi interventi di ristrutturazione dell’edificio, che assunse l’attuale aspetto dopo il 1697, anno in cui Albano entrò a far parte della Camera Apostolica e papa Benedetto XIV lo restaurò e lo ampliò così come è oggi.

Ad Ariccia, i lavori per la costruzione di Palazzo Chigi furono iniziati dai Savelli, intorno alla metà del XVI secolo, e completati dal duca Camillo alla fine di quel secolo. È tuttavia con la famiglia Chigi che il palazzo diventa quell’affascinante dimora patrizia che oggi conosciamo; esempio unico di residenza barocca rimasta inalterata nel suo contesto ambientale e nel suo arredamento originario. Il palazzo fu costruito tra il 1664 e il 1672 su un’idea progettuale di Gian Lorenzo Bernini, che si servì della collaborazione del suo giovane allievo Carlo Fontana. Oggi Palazzo Chigi è diventato il museo del Barocco Romano: vanto di Ariccia ma, più in generale, di tutti i Castelli Romani.

Il Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo sorge nel luogo dove si ergeva l’antica roccaforte dei Gandolfi dell’XI secolo. Dopo alcuni decenni, la rocca passò ai Savelli che la tennero sino alla fine del XVI secolo. Nel 1623 Urbano VIII Barberini, che già da cardinale amava soggiornare a Castel Gandolfo, ordinò i lavori di sistemazione e ampliamento del palazzo, affidati a Carlo Maderno, coadiuvato da Bartolomeo Breccioli e Domenico Castelli. L’antica rocca fu incorporata nella nuova struttura e venne edificata l’ala del palazzo prospiciente il lago, in maniera che si legasse ad angolo retto con il corpo già esistente.
Il palazzo baronale di Colonna sorge sulle fondamenta del castello medioevale del secolo XI distrutto dalle armate di papa Bonifacio VIII nell’anno 1298. Edificato dai principi Colonna tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, il palazzo domina dall’alto tutto il paese.

La prima edificazione del palazzo ducale di Genzano risale al 1621, quando Giuliano III Cesarini decise di trasformare il castello dei Colonna, costruito su una vecchia badia medievale, in una residenza patrizia. Il palazzo, situato a picco sul lago di Nemi, doveva rappresentare la cerniera tra l’antico borgo medioevale e il nuovo impianto urbanistico ideato dal duca. L’aspetto attuale di Palazzo Sforza Cesarini è dovuto agli interventi di ristrutturazione voluti dal duca Gaetano, figlio di donna Livia, e furono eseguiti dal 1713 al 1730, dapprima dall’architetto romano Ludovico Gregorini e, alla sua morte nel 1723, dal figlio Domenico.

Il palazzo ducale di Marino fu edificato tra il 1530 e il 1620 sulle strutture di un’antica rocca, risalente alla fine dell’XI secolo, fatta costruire dalla famiglia Orsini Nel 1532 il principe Ascanio I avviò il rinnovamento urbanistico del feudo di Marino e con esso la ristrutturazione della sua residenza. Il progetto, affidato ad Antonio da Sangallo il Giovane, si articolava su una pianta quadrangolare dominata ai vertici da quattro torrioni quadrangolari. Nei decenni successivi il progetto verrà più volte cambiato e i lavori al complesso edilizio e al nuovo assetto urbanistico di Marino vennero ripresi sotto il governo di Marcantonio Colonna tra il 1554 e il 1584

Nel 1582, sulle rovine di un castello eretto nel 1423 dai Colonna all’interno del piccolo borgo di Montecompatri, il cardinale Marco Sittico Altemps iniziò la costruzione del palazzo baronale. Quando il cardinale Scipione Borghese acquistò il feudo di Monte Compatri, questo severo edificio ancora in costruzione proprio non gli piacque perché lo considerava inadatto per ospitare lui e il suo entourage. Però ilcardinale fu costretto ad effettuare parecchi lavori all’interno del borgo e, quindi, Scipione Borghese decise di completare il palazzo così com’era stato ideato dal cardinale Altemps, facendo comunque costruire davanti alla sua residenza una grande fontana per dispensare acqua alla popolazione.

Le origini di Palazzo Ruspoli di Nemi risalgono al X secolo, quando era una costruzione fortificata a picco sul lago, fatta realizzare dai conti di Tuscolo. Le prime modifiche importanti al castello furono effettuate nel 1639 dai Frangipane. I lavori di conversione del vecchio castello medioevale in una più consona dimora patrizia portarono all’ampliamento dell’edificio attraverso la costruzione dell’imponente “ala Frangipane”. Quando il feudo fu acquistato da Luigi Onesti Braschi, il patrizio romano incaricò Giuseppe Valadier di ristrutturare il palazzo e il famoso architetto realizzò la nuova ala del palazzo, dietro la torre maggiore, sopraelevando ed ampliando il castello e inglobando nell’edificio le torri medioevali, una delle quali fu demolita per la costruzione dello scalone d’onore.

Nel punto più alto di Rocca Priora si trova Palazzo Savelli, la residenza della famiglia baronale costruita sull’antico castello di proprietà dapprima dei conti di Tuscolo e poi degli Annibaldi. I Savelli, proprietari del castello dal 1382, trasformarono radicalmente il vecchio maniero in un palazzo residenziale e, nonostante avessero altri castelli più belli e comodi, preferivano soggiornare in questo palazzo, abbastanza fuori mano, per la sua posizione strategica a cavallo delle valli Latina e del Sacco, che consentiva una difesa più valida in caso di attacco nemico.