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Home » Blog » Asl di Frosinone, i problemi delle indennità del personale e i fondi PNRR. La critica dell’UGL

Asl di Frosinone, i problemi delle indennità del personale e i fondi PNRR. La critica dell’UGL

Eugenio SiracusaEugenio Siracusa23/03/20257 Mins Read
Rosa Roccatani Segretaria Ugl salute

“Siamo alla scadenza degli incarichi di funzione organizzative attribuite ai solo dipendenti professionisti della salute (infermieri) e tecnico sanitario, ma codesta AUSL a tutt’oggi non ha ancora indetto alcuno avviso in merito, tantomeno finora si è posto il problema del conferimento degli incarichi rivolti al personale: sociosanitario; amministrativo; tecnico  professionale contrattualmente istituiti dal lontano 2018 ” Lo denuncia la Segretaria dell’UGL Rosa Roccatani.

“Di fatto, a tutt’oggi il conferimento degli incarichi disposti dai CC.CC.NN.LL. sono stati riconosciuti al solo personale infermieristico e tecnico sanitario, sorvolando il restante personale seppur aventi diritto” Prosegue la sindacalista che fa l’elenco dei problemi salariali legati al personale in servizio nella Asl di tutta la provincia di Frosinone.

“Nulla di fatto poi, sull’estensione dell’indennità di disagio, più volte richiesto dalla UGL Salute che, come  previsto dall’Art. 86 del CCNL 2016/2018,  è da attribuire ai dipendenti che operano in servizi a rischio aggressioni e ne abbiamo conferma, esempio: Istituti Carcerari, Rems, SPDC, ovvero: nei limiti delle disponibilità del fondo, estendere l’indennità (prevista per le “terapie intensive – sale operatorie –  sub intensive – nefrologia e dialisi – malattie infettive e servizi equipollenti”) anche al personale operante nei servizi sopra richiamati, che rischiano quotidianamente aggressioni fisiche, oltreché contagi infettivi, soprattutto negli istituti penitenziari e REMS dove gran parte degli ospiti risultano affetti da malattie infettive, in particolare  HIV – AIDA” Sottolinea Roccatani che lancia poi una provocazione sui buoni pasto che il personale riceve..

“Il valore del ticket buono pasto, rimasto invariato dal lontano 2001 (art.29 del CCNL integrativo del 7-4-1999 n.d.r.). Ovvero, 10.000 delle vecchie  lire con quota a carico del dipendente di lire 2.000, quando con 10 mila lire il dipendente poteva consumare una pizza e bibita a tavola. Oggi con l’aumento del 123/150% dei costi, il dipendente con 4 euro non riesce neppure a  consumare un caffè e brioche.” Precisa la Segretaria dell’UGL.

“A nulla sono valse le sollecitazioni mirate all’incremento del valore del Ticket, ciò nonostante il personale continua  a percepire buoni pasto di €5,16 con una quota a carico  di €1.03 e malgrado la non monetizzabilità del Ticket, l’Azienda USL preleva dalle buste paga dei dipendenti liquidi rispondenti la quota a carico.” E andrebbe anche aggiunto che su un valore ticket di 5,16, lo stesso valore economico è totalmente deducibile per le aziende, le quali, niente chiedono ai dipendenti.

“Fatto sconcertante che mentre non si incrementa il valore del Ticket, si continua a prelevale dalle buste paga la quota a carico e si disperdono risorse per la mancata esecutività delle delibere. Infatti: per l’acquisto di buoni pasto elettronici, non si è dato esecutività alla delibera n..197 del 18/04/2024 (sebbene immediatamente esecutiva) al costo complessivo di € 3.880.200,00, IVA compresa, non si è dato esecutività alla delibera n. 422 del 17 luglio del 2024 al costo di €3.906.300,00, l’esecutività veniva data con delibera n.458 del 29/07/2024, al costo di €4.010.700,00, ovvero, circa €131.000 che a parere nostro poteva essere utilizzata in favore dei dipendenti eliminando la quota a carico dei lavoratori.” Insomma una situazione sul fronte delle indennità, comprese quelle dei buoni pasto che dovrebbe essere affrontata con competenza, secondo il Sindacato.

Poi c’è il capitolo relativo ai problemi del quotidiano, dai farmaci alle attrezzature. Ancora Roccatani, infatti dice. “Inoltre, Carenza di farmaci – ausili di tutti i generi, di attrezzature sanitarie tecnologiche, le cui responsabilità in caso di eventi avversi ricadono sui professionisti sanitari, nulla si fa per garantire la sicurezza sul lavoro.“

“Non si forniscono ai dipendenti le previste sedie ergonomiche, in particolare al personale appartenenti alle categorie protette, tantomeno sono state fornite al personale portatore di protesi all’anca e/o personale affetto da problemi muscolo scheletritici.” E’ l’accusa della UGL che punta il dito anche sulla gestione e manutenzione delle strutture.    

“Non si procedere ad attivare un costante controllo delle strutture ospedaliere, quindi sfascio, furti quotidiani e dimora di tossicodipendenti, tantomeno alle chiusure degli accessi delle strutture sanitarie territoriali, che allo stato sono divenute anche queste dimostra di tossici e spaccio, non si procede a istituire un parcheggio dedicato al personale dipendente, tantomeno all’installazione di telecamere nei parcheggi, diventati saccheggio quotidiano delle auto dei rapinatori. ” Eppure i fondi PNNR alla Asl di Frosinone sono arrivati ed anche abbastanza ingenti.         

“Andando ai fondi PNRR,  l’importo complessivo assegnato alla AUSL di Frosinone è di circa euro 55.372.777,40, cosicché si da il via ai progetti per la realizzazione di n.16 casa di comunità e n.6 ospedali di comunità, ristrutturazioni varie, lavori propedeutici all’installazione di macchinari, ampiamento dei pronto soccorsi.” Soldi e lavori che spesso sono gestiti per ristrutturazioni e implementazioni di spazi che vengono eseguiti con il personale sanitario operante.

“Si procede con i lavori di realizzazione senza preventivamente, trovare una adeguata allocazione dei servizi sanitari, che guarda caso spesso realizzati in presenza di dipendenti e utenti costretti respirare aria irrespirabile” Sottolinea la sindacalista.

“Ben vengano innovazioni tecnologiche, ristrutturazione , case di comunità – ospedali di comunità ma la UGL Salute si chiede: quante ristrutturazioni sono state effettuate negli ultimi 15 anni, ad iniziare dall’ospedale Fabrizio Spaziani, ristrutturato e messo a norma fin dall’inaugurazione?

“Quante, nel Presidio ospedaliero di Sora, esempio l’SPDC, ristrutturato al costo di oltre 800.000,00 €, inaugurato e mai riaperto?”

“Quante all’ospedale di Cassino? ci vengono in mente per esempio: i lavori edili iniziati e portati a termine, realizzando asili nido in tutti gli ospedali della provincia mai aperti e, che oggi guarda caso si ripropongono” Afferma Rosa Roccatani.

“Attualmente si sta procedendo alla “Ristrutturazione degli spazi e potenziamento dei pronto soccorsi e guardando gli attuali lavori in via di realizzazione, vengono riproposti e realizzati i famosi cameroni degli anni 70“. Aggiunge la sindacalista.

“A significare che l’ammasso di pazienti in attesa lungo i corridoi  si spostano nei famosi cameroni degli anni 70, quindi nulla cambia per i cittadini malati in attesa di posto letto o dei dovuti esami diagnostici, la situazione non sembra cambiare, restano accumunati e privi della necessaria privacy che ogni umano desidera” Puntualizza il sindacato.

“Per quanto attiene poi la realizzazione delle case di comunità e ospedali di comunità, una domanda sorge spontanea: con quale personale sarà garantita l’attività nelle oltre 20 strutture di nuova realizzazione, vista la inenarrabile carenza di professionisti sanitari,  che sta producendo una costante disattivazione/accorpamenti  di reparti per mancanza infermieri – medici – tecnici sanitari – OSS, tanto da rendere difficile garantire l’emergenza/urgenza che è vita o morte per i cittadini malati, con quale risorse pensano di far fronte alla sanità territoriale?” Si chiede Roccatani che rincara la dose.

“Sono tanti i servizi inaugurati e mai attivati o riattivati, vedi  SPDC Sora Frosinone,  si stanno forse realizzando cattedrali nel deserto? ” Si domanda ancora la sindacalista.

“Probabilmente poco importa dei bisogni dei cittadini, che in situazione di emergenza necessitano di ricovero, ancora meno importa di come si investono le risorse, importante spendere in consulenze esterne, ancor più suddividere incentivi derivanti dagli appalti, tant’è che nel solo mese di febbraio sono stai ripartiti agli addetti agli appalti (circa 15 unità dirigenti e non) incentivi per la somma di €379.669,00, che sommati ai circa 141.782,00 precedenti, fanno €521.451,00.” Sentenzia la sindacalista che si domanda, in conclusione, dove sarebbe l’attenzione al malato in tutti questi lavori.

    “In tutto questo mi chiedo e chiedo: dov’è l’interesse del malato costretto a pagare o emigrare per le necessarie cure sanitarie e dove l’attenzione per i dipendenti sanitari, amministrativi, che supportano carichi di lavoro inenarrabili ma esclusi in gran parte dai benefici economici? Dov’è la tanto decantata meritocrazia? ” Chiude Rosa Roccatani.

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