Piero Valeri come vicepresidente con delega alle attività boschive e Armando Frasca come delegato del gruppo di lavoro della direzione boschiva dell’Aspal Lazio hanno partecipato al convegno sulla castanicultura ad Arezzo.
Il vicepresidente ha presentato l’associazione che raggruppa oltre 50 operatori forestali ed a esposto le problematiche delle aziende presenti nella zona del vulcano Laziale. Ha fatto presente che l’associazione è attiva nei rapporti con la regione Lazio con la quale ha avuto svariati incontri per discutere delle problematiche riguardanti le aziende boschive.
Ma al di la della rappresentanza e della presenza il convegno ha messo al centro il problema della castanicultura, della necessità di valorizzare le produzioni di castagno.

Al convegno che si è svolto presso la sede del Crea di Arezzo lo scorso 17 e 18 giugno hanno partecipato diversi esponenti di questo settore, tra cui Enrico Marcolin dell’università di Padova, Davide Travaglini dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali, Giacomo Mei della Società Italiana di selvicoltura ed ecologia forestale.
il convegno è stato anche l’occasione per fare il punto della situazione delle aziende boschive in Italia, quali azioni intraprendere, quali misure migliorare anche in termini di tutela ambientale.
Alcuni interventi erano orientati verso le problematiche ambientali ed è stato affermato che il taglio del ceduo sia importante anche per la sostenibilità, la cattura del Co2 da parte del legnane di castagno.
Problemi che riguardano tutti gli attori che ruotano intorno a questa economia. Per Piero Valeri “Fondamentale è l’apporto delle aziende boschive anche in termini di tutela e salvaguardia dei boschi ricadenti nel parco Dei Castelli.”
“L’Aspal ha intenzione di andare a revisionare i capitolati d’oneri per migliore l’accesso delle zone boscate anche per migliorare la sicurezza del lavoro.” Ha aggiunto Valeri.
“Le ditte boschive devono tenere conto delle loro potenzialità di lavoro, per i tempi di esecuzione dei lavori. Come riteniamo che i mezzi troppo invasivi non devono eccedere nei boschi.”
Ma l’Aspal intende promuovere anche un convegno specifico sul tema della valorizzazione del patrimonio boschivo, da organizzarsi nelle prossime settimane.
“E’ importante che ci sia anche interesse di altre aziende anche fuori provincia perché significa che i boschi del vulcano laziale sono appetibili” Ha concluso Valeri facendo riferimenti, in ultimo alle associazioni ambientaliste.
“Hanno una posizione ideologica e me ne dispiace, non tagliare e non coltivare i boschi cedui significa farli morire. Ma il confronto è sempre aperto e siamo sempre disponibili al confronto. Tutti hanno a cuore i nostro boschi.”
