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Home » Blog » Cori, tra valle e monte c’è pure quella di mezzo. Il Comune usa due pesi e due misure con i cittadini

Cori, tra valle e monte c’è pure quella di mezzo. Il Comune usa due pesi e due misure con i cittadini

Eugenio SiracusaEugenio Siracusa23/03/20256 Mins Read
Il comune di Cori

In molti ricorderanno il neologismo creato con le vicende romane, del mondo di mezzo. Per usare un parallelismo anche a Cori potremmo dire che esiste una Cori di mezzo, quella nella quale pare perdere il timone e dove le azioni e le decisioni che vengono prese dal palazzo comunale appaiono alle volte incomprensibili.

Succede così che ad una anziana di 95 anni ormai con gravi problemi di deambulazione e per la quale la Asl ha autorizzato un ausilio manuale, il comune piuttosto che verificare se sussistano le condizioni per l’autorizzazione, ovvero l’esistenza delle barriere architettoniche, chiede addirittura l’agibilità dell’intero stabile.

Si avete letto bene. Il Comune chiede l’agibilità dell’intero stabile per fare salire a mano una carrozzina.

Stranamente però una villa con tanto di ordinanza di demolizione ancora, ad oggi, non viene neanche scalfita dai solerti tecnici comunali che ci passano davanti tutti i giorni. Ma come mai?

Ma procediamo con ordine. L’ospedale di comunità di Cori autorizza per una anziana signora di 95 anni l’utilizzo di un montascale a cingoli ad ottobre del 2024.

Invia una lettera al Comune per la verifica della sussistenza delle barriere architettoniche tali da necessitare il montascale manuale a cingoli.

Dario D’Arcangelis

Il Comune si attiva e fa un sopralluogo e in questi giorni fa recapitare una lettera a casa della signora, che è assistita dai figli, contestando la mancanza di agibilità dello stabile dove abitano tre famiglie.

Una contestazione che, di fatto, stride con la richiesta originale della Asl, ovvero di fare un sopralluogo per verificare se in quello stabile ci sono le scale, tali da necessitare il montascale, oppure se esiste un ascensore o se la signora abiti al piano terra, che renderebbe non necessario il montascale.

La lettera del Comune di Cori

Il Comune chiede l’agibilità ad una palazzina costruita dal 1968 i cui inquilini pagano da sempre i tributi comunali. Ora la prima domanda. Se non è agibile come fanno le famiglie che vi abitano a pagare i tributi comunali dal 1968?

Ma c’è di più, non più tardi di due anni fa, la famiglia proprietaria dell’immobile aveva dato mandato ad un architetto corese per effettuare le pratiche per il Superbonus e tutti i documenti erano stati forniti proprio dal Comune. E qui è inevitabile un secondo interrogativo. Se lo stabile deve fare dei lavori come è possibile farli se non c’è tra tutti i documenti l’agibilità?

La risposta di Dario D’arcangelis

Incuriositi da questo aspetto siamo andati a chiedere a qualche geometra del luogo e abbiamo scoperto un aspetto ancor più comico.

Ci è stato detto che la maggior parte degli immobili coresi non hanno l’agibilità, non perché siano a rischio, ma perché nei decenni addietro tale documentazione veniva rilasciata a mano ed è possibile che non sia stata registrata o andata persa.

Ora vogliamo credere parzialmente a queste affermazioni, ma sarebbe utile a questo punto che qualche consigliere comunale faccia una richiesta formale ai dirigenti comunali e al sindaco per capire come sta veramente la situazione.

Fatto sta che una mera verifica delle barriere architettoniche sta diventando un “casus burocratico“, visto che senza agibilità, non è possibile per l’ospedale di comunità dare il via libera per il montascale manuale, ed intanto l’anziana signora 95enne vive reclusa dentro la sua abitazione.

Andando a fondo però della vicenda, che ci è sembrata alquanto strana, abbiamo scoperto però che uno dei familiari è impegnato in prima linea e senza risparmio di energia, contro la realizzazione da parte dell’amministrazione comunale, del famoso Borgo Protetto.

Lo ha fatto mettendoci la faccia, facendo parte del comitato cittadino e non risparmiando critiche alla gestione del progetto da parte del Sindaco.

Si tratta di Dario D’Arcagelis, persona molto nota a Cori per il suo passato di segretario della Cgil di Latina, prima nei chimici e poi nella segretaria Confederale ed oggi attivissimo contro la realizzazione del Borgo Protetto, sul quale sono emerse contraddizioni, difformità di documenti e dichiarazioni, mancanze di convenzioni. Un pò come i certificati di agibilità che non si trovano in Comune.

Ora diceva Giulio Andreotti “A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina” Ma per caso, ma solo per caso, qualcuno in comune si sta divertendo alle spalle di questo cittadino, danneggiando però l’anziana madre?

Supposizioni, ovviamente, ma che per quanto sta accadendo, sono inevitabili. Dario D’Arcangelis però non crede e parla apertamente di ritorsioni “Appare evidente che questa è una ritorsione. Forse non potendo far tacere i cittadini che si oppongono a questo progetto, qualcuno dal palazzo comunale usa dei mezzucci meschini, pensando così di ottenere chissà cosa.“

Vorremo credere però che si tratti di una incomprensione, ma D’Arcangelis tira dritto “Non saprei come definire questo comportamento nonostante la lettera inviata al Comune. Tra le altre cose, ammesso e non concesso il certificato di agibilità, se voleva il Comune, come spesso accade, poteva agire diversamente, ma evidentemente non vuole fare così con me.”

A pagarne le spese è l’anziana madre “Il montascale è manuale quindi nessuna opera muraria deve essere fatta. Questo è come tratta gli anziani il sindaco. Dov’è la tutela sociale dell’amministrazione? Si penalizza il più debole. Una anziana di 95 anni, non avendo il coraggio di sostenere il confronto” Aggiunge D’Arcangelis, il quale fa notare un’altra modalità di comportamento.

“Da anni esiste un ecomostro, abusivo che deve essere demolito, ma stranamente la solerzia dell’amministrazione in questo caso, è venuta meno. Forse per via di qualche affinità tra il proprietario dello stabile e qualcuno dell’amministrazione comunale? Andate a verificare. Trovo questa modalità di comportamento a doppia velocità alquanto strana e imbarazzante per non dire vergognosa e tutto sulle spalle dei cittadini“.

Infatti l’ordinanza di demolizione è del 2018 ovvero di sette anni fa, ma ad oggi nessun calcinaccio è stato rimosso dall’abuso riscontrato. Sette anni di sviste da parte del comune? Sette anni di dimenticanze. Perché, come dice un vecchio saggio, “quello che vale per il re vale anche per la regina.”

Proprio questa ordinanza è stata oggetto anche di un post social del comitato e pubblicato sulla pagina dello stesso D’Arcangelis che, insieme ai cittadini, sta chiedendo conto del perché l’amministrazione da 7 anni non procede alla demolizione.

Quindi se in maniera solerte e puntuale il Comune contesta l’abitabilità di uno stabile, allo stesso modo ci si aspetterebbe l’intervento di demolizione immediata dell’immobile abusivo che, invece da ben 7 anni, è ancora in piedi. Due pesi e due misure. Per amicizie? Per sciatteria? Per noncuranza? Oppure una doppia modalità tipica del mondo di mezzo? Chissa.

Intanto D’Arcangelis ha scritto al Comune, all’ufficio tecnico, al Sindaco, ai consiglieri e alle varie commissioni consiliari, di fatto a tutti. Ma perché ha fatto ciò? “Perché non posso pensare che chi amministra un comune possa credere di fare il bello e il cattivo tempo a discapito dei cittadini. Non so se altri coresi hanno avuto simili trattamenti, so però che a non renderli pubblici, sottacerli, si diventa complici di modalità e comportamenti che rasentano l’illegalità“, aggiungendo inoltre ” in un certo ambiente si chiamano effetti collaterali che però non mi faranno desistere dal mio impegno per la trasparenza e legalità“

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