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Home » Economia » Debito pubblico al 139,2% nel 2024. Le stime del FMI che bacchetta il Bel Paese.

Debito pubblico al 139,2% nel 2024. Le stime del FMI che bacchetta il Bel Paese.

RedazioneRedazione19/04/2024 ore 08:022 Mins Read Economia
la sede del FMI

Dal Fondo Monetario Internazionale non arrivano buone notizie per il bel paese “L’Italia é un’economia avanzata con un debito elevato” ed “é un Paese dove tradizionalmente c’é preoccupazione per il mercato dei bond e per lo spread”, perciò “la nostra raccomandazione è che sarebbe importante un credibile aggiustamento di bilancio per mettere il debito su una traiettoria di calo sostenibile”.

E’ quanto ha dichiarato il direttore del dipartimento Affari fiscali del Fondo monetario internazionale, Vito Gaspar, in conferenza stampa in occasione degli spring meetings dell’Fmi e della Banca Mondiale.

Va detto infine che secondo l’Fmi “le probabilità che l’Italia raggiunga il livello di deficit (o avanzo) primario necessario per la stabilizzare i suoi livelli di debito pubblico sono inferiori al 50%, indicando la necessità di ulteriori sforzi di risanamento nei prossimi due anni”.

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Secondo lo studio si  rileva che “l’analisi statistica dei precedenti storici di un paese sul risanamento può aiutare a valutare le probabilità che raggiunga il deficit primario necessario per stabilizzare il suo debito”.

Per quest’anno, il rapporto debito/Pil in Italia dovrebbe attestarsi al 139,2%, in rialzo rispetto al 137,3% del 2023. E’ questa la stima dl Fondo Monetario Internazionale, all’interno del suo Fiscal Monitor.

Secondo i dati, il rapporto dovrebbe procedere ancora in rialzo: è previsto al 140,4% per il 2025, al 142,6% al 2026, al 143,1% nel 2028 e al 144,9% nel 2029.

Insomma una bacchettata al governo italiano incapace di arrestare il debito pubblico, nonostante i proclami.

Gli sprechi continuano ad esserci e come sempre, la ricetta per cercare di fermare questo trend, sarà lacrime e sangue per i cittadini, quando invece le risorse potrebbero essere ricercate altrove, in quell’evasione fiscale, ormai cancrena tipicamente italiana, sulla quale nessun governo vuole metterci le mani seriamente.

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Redazione

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