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Home » Blog » L’allarme dell’UNICEF “181 milioni di bambini vivono in condizione di grave povertà alimentare”

L’allarme dell’UNICEF “181 milioni di bambini vivono in condizione di grave povertà alimentare”

Guerre, carestie, bassi redditi nei paesi in via di sviluppo le cause di questa tragedia. Nella striscia di Gaza 9 bambini di 10 non hanno da mangiare.
RedazioneRedazione08/06/20246 Mins Read
L'ambasciatore dell'Unicef Orlando Bloom in visita ai bambini della Repubblica Democratica del Congo

Un nuovo Rapporto dell’UNICEF rivela che circa 181 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni – ovvero 1 su 4 – vivono in condizioni di grave povertà alimentare, con una probabilità fino al 50% maggiore di incorrere in malnutrizione acuta, una forma di malnutrizione potenzialmente letale.

Per la prima volta Child Food Poverty: Nutrition Deprivation in Early Childhood (Povertà Alimentare dei bambini: deprivazione nutrizionale nella prima infanzia) analizza le conseguenze e le cause della privazione alimentare fra i più piccoli al mondo in circa 100 paesi e tra i vari gruppi di reddito.

Il rapporto rileva che milioni di bambini sotto i 5 anni non possono accedere e seguire una dieta nutriente e diversificata per sostenere una crescita e uno sviluppo ottimali nella prima infanzia e oltre.

Un bimbo alle prese con un pasto vero. ©UNICEF/UN0517553/Pinto Amaral

I bambini che consumano al massimo due degli otto gruppi alimentari stabiliti sono considerati in condizioni di grave povertà alimentare.

4 bambini su 5 in questa situazione sono nutriti solo con latte materno/latte e/o un alimento amidaceo di base, come riso, mais o grano.

Meno del 10% di questi bambini si nutre di frutta e verdura. E meno del 5% si nutre di alimenti ricchi di sostanze nutritive come uova, pesce, pollame o carne.

“I bambini che vivono in grave povertà alimentare sono bambini in bilico. In questo momento è una realtà per milioni di bambini piccoli e può avere un impatto negativo irreversibile sulla loro sopravvivenza, crescita e sviluppo cerebrale”, ha dichiarato Catherine Russell, Direttrice generale dell’UNICEF.

“I bambini che consumano solo due gruppi alimentari al giorno, per esempio riso e un po’ di latte, hanno probabilità maggiori fino al 50% di incorrere in qualche forma grave di malnutrizione.” 

Il Rapporto rileva che nonostante i paesi si stiano ancora riprendendo dalle conseguenze socioeconomiche della pandemia da COVID-19, gli effetti di crescenti disuguaglianze, conflitti e crisi climatica hanno spinto i prezzi del cibo e il costo della vita a livelli record.

Dei 181 milioni di bambini che vivono in povertà alimentare grave, il 65% risiede in appena 20 paesi. Circa 64 milioni di bambini colpiti sono in Asia del Sud e 59 milioni in Africa Sub Sahariana. 

Nella Striscia di Gaza, mesi di combattimenti e restrizioni agli aiuti umanitari hanno fatto collassare i sistemi nutrizionali e sanitari, con conseguenze catastrofiche per i bambini e le famiglie.

Cinque serie di dati raccolti tra dicembre 2023 e aprile 2024 hanno costantemente rilevato che 9 bambini su 10 nella Striscia di Gaza vivono in condizioni di grave povertà alimentare, sopravvivendo con due o meno gruppi di alimenti al giorno. 

Questa è la prova dell’impatto terribile che il conflitto e le restrizioni stanno avendo sulla capacità delle famiglie di soddisfare il fabbisogno alimentare dei bambini, e della rapidità con cui ciò espone i bambini a rischio di malnutrizione potenzialmente letale. 

In Somalia, un Paese colpito da conflitti, siccità e inondazioni, il 63% dei bambini vive in condizioni di grave povertà alimentare e, nelle comunità più vulnerabili, oltre l’80% di persone che si prendono cura di bambini ha riferito che i propri bambini non hanno potuto mangiare per un’intera giornata. 

Il rapporto rileva che circa la metà (46%) di tutti i casi di povertà alimentare grave dei bambini si verifica in famiglie povere, dove la povertà di reddito è probabilmente uno dei fattori principali, mentre il 54% – ovvero 97 milioni di bambini – vive in famiglie relativamente più ricche, tra le quali gli ambienti alimentari e le pratiche di alimentazione inadeguate sono i principali fattori di povertà alimentare nella prima infanzia. 

Bambini birmani mangiano un pasto nutriente. ©UNICEF/UN0594274/Htet

Diversi fattori stanno alimentando la crisi della povertà alimentare fra i bambini, tra cui i sistemi alimentari che non riescono a fornire ai bambini opzioni nutrienti, sicure e accessibili, l’incapacità delle famiglie di permettersi alimenti nutrienti e l’incapacità dei genitori di adottare e sostenere pratiche positive di alimentazione dei bambini.

In molti contesti, gli alimenti ultra-lavorati e le bevande zuccherate, a basso costo e poveri di nutrienti, sono commercializzati in modo aggressivo e per i genitori e le famiglie e rappresentano la nuova normalità per l’alimentazione dei bambini.

Questi alimenti e bevande poco salutari sono consumati da una percentuale allarmante di bambini in condizioni di povertà alimentare, eliminando dalla loro dieta quotidiana alimenti più sani e nutrienti. 

Allo stesso tempo, sono stati ottenuti notevoli successi. Per esempio, il Burkina Faso ha dimezzato la povertà alimentare grave dei bambini dal 67% nel 2010 al 32% nel 2021.

Il Nepal ha ridotto la povertà alimentare grave dei bambini dal 20% nel 2011 all’8% nel 2022. Il Peru mantiene il tasso al di sotto del 5% dal 2014 nonostante il prolungato periodo di declino economico e il Ruanda ha ridotto il tasso dal 20% nel 2010 al 12% nel 2020. 

Per porre fine alla povertà alimentare fra i bambini, l’UNICEF chiede ai Governi, alle organizzazioni per lo sviluppo e umanitarie, ai donatori, alla società civile e all’industria alimentare e delle bevande di: trasformare i sistemi alimentari in modo che gli alimenti nutrienti, diversificati e sani siano l’opzione più accessibile, economica e desiderabile per chi si occupa dell’alimentazione dei bambini. 

Fare leva sui sistemi sanitari per fornire servizi nutrizionali essenziali per prevenire e curare la malnutrizione nella prima infanzia, compreso il sostegno agli operatori sanitari e nutrizionali delle comunità per consigliare i genitori e le famiglie sulle pratiche di alimentazione e cura dei bambini. 

Attivare i sistemi di protezione sociale per affrontare la povertà di reddito attraverso trasferimenti sociali (in denaro, cibo e buoni), con modalità che rispondano alle esigenze alimentari e nutrizionali dei bambini vulnerabili e delle loro famiglie. 

Per accelerare le azioni e prevenire, identificare e curare la povertà alimentare grave dei bambini e la malnutrizione, lo scorso anno l’UNICEF ha lanciato il Child Nutrition Fund (CNF) con il supporto dell’Ufficio per il Commonwealth e lo Sviluppo del Regno Unito (FCDO), la Fondazione Bill e Melinda Gates e la Children’s Investment Fund Foundation (CIFF).

Il CNF è un meccanismo di finanziamento multipartner guidato dall’UNICEF che incentiva gli investimenti nazionali per porre fine alla malnutrizione dei bambini.

L’UNICEF esorta i governi, i donatori e i partner finanziari a sostenere il CNF e a dare priorità a politiche e pratiche sostenibili per porre fine alla grave povertà alimentare e alla malnutrizione dei bambini.

Leggi e scarica il report:  https://www.unicef.org/child-health-and-survival/child-food-poverty

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