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Home » Blog » Regina Viarum. Esclusi i tratti e i monumenti da Albano a Formia. Lo schiaffo del Governo ai territori. Il ridicolo ruolo del Parco dei Castelli.

Regina Viarum. Esclusi i tratti e i monumenti da Albano a Formia. Lo schiaffo del Governo ai territori. Il ridicolo ruolo del Parco dei Castelli.

Eugenio SiracusaEugenio Siracusa31/07/20246 Mins Read
Il tratto dell'Appia antica nei pressi di Tres Tabernae, oggi tre taverne

Il Parco esulta per l’Appia Antica patrimonio dell’UNESCO, peccato però che ci sarebbe ben poco da festeggiare, visto che tutto il territorio sotto “egida” Parco dei Castelli è stato escluso.

Così Nemi, il Paese che più di tutti regala territorio al parco, Albano, Ariccia, Genzano di Roma, Lanuvio e Velletri sono tagliate fuori.

Ci sarebbe da mettersi le mani tra i capelli, invece si leggono proclami che lasciano interdetti.

Ma a beneficiare sarà, come sempre, solo Roma e con il cerino in mano, questa volta non sono i piromani, ma i comuni dei Castelli Romani e quelli dell’Agro Pontino.

Terracina che con Velletri ha un legame simbiotico antichissimo, con i due templi quello di Giove e quello Volsco sono lasciate fuori da questa valorizzazione.

Il tempio di Giunone Sospita a Lanuvio

Dal Parco nessuna voce di dissenso rispetto alla decisione che esclude tra gli altri anche il tratto suggestivo a Lanuvio, ai Cinque Archi e delle Tres Tabernae a Cisterna di Latina, Ninfa.

Oltre a questi sono rimasti fuori dal riconoscimento il Tempio di Giunione Sospita, il basolato dell’Appia Antica a Genzano di Roma, e a Velletri e le antiche stazioni di posta dove hanno soggiornato anche il poeta latino Orazio e San Paolo, la tomba di Cicerone.

Questi ed altri siti archeologici sull’Appia Antica o nei suoi pressi, sono stati esclusi dall’Icomos,
il Consiglio internazionale dei Monumenti e dei Siti, che a New Dehli ha proclamato bene universale la Regina Viarum, lo scorso 26 luglio.

Lasciati fuori dal tracciato del sito Unesco i tratti laziali che attraversano i territori di Genzano, Nemi, Lanuvio e Velletri e che corrono lungo la pianura Pontina, arrivando fino a Formia.

Ridicolo il post del Parco dei Castelli su Instagram pubblicato ieri intorno alle 15, quando tutti ormai sapevano già che il tracciato dell’Appia Antica da Ciampino a Terracina non era rientrato nella catalogazione dell’UNESCO.

Ancora più ridicolo perché lo stesso Parco ha addirittura scritto di aver sostenuto la candidatura. Se questi sono i risultati era meglio non fare nulla.

“La Via Appia è stata ufficialmente iscritta nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, diventando il 60esimo sito italiano ad ottenere il prestigioso riconoscimento.

La candidatura è stata sostenuta anche dal Parco dei Castelli Romani, interessato dalla Via Appia Antica che attraversa per un tratto il territorio di Ciampino, per proseguire verso Marino e Castel Gandolfo, fino ad Albano Laziale, Ariccia, Genzano e Velletri.

Sull’Appia Antica passano i tracciati del Cammino Naturale dei Parchi e quello della Transumanza Laziale, tra reperti storico-archeologici di sepolcri, mausolei, ville imperiali e suggestivi scorci panoramici
.”

Il post Instagram del Parco dei Castelli

Se non fosse vero tutto ciò, farebbe ridere già così. Invece è tutto vero.

Nel post non viene neanche citata Lanuvio. In questo post c’è tutta la sconfitta del Parco dei Castelli Romani. Della sua mancanza assoluta di visione, della perdita assoluta della missione con cui era stato istituito 40 anni fa.

Un parco senza anima, senza visione, senza un progetto, senza la capacità di essere motore aggregante per i comuni che lo compongono, che non presta attenzione alle bellezze storico culturali e silvoculturale, che non fa della protezione della fauna e della biodiversità un unicum da valorizzare è un parco che non serve a nessuno.

Se fosse vero quanto scritto nel post il Parco avrebbe dovuto mettere risorse importanti per rendere appetibile a livello culturale e politico questo sito e non ricordarsene all’ultimo minuto.

Ma il Parco cosa ha fatto di concreto? Ed il Governo? E la Regione? Ma così si può accettare che territori antichissimi e che lavorano da anni per valorizzare l’Appia siano stati esclusi?

Possiamo capire Velletri, che non ha mai messo al centro politicamente questa valorizzazione, se si escludono delle associazioni e lo spontaneismo dei singoli.

Ma non tutti i comuni sono stati poco attenti come Velletri. Il Presidente della Provincia di Latina, Gerardo Stefanelli ha gridato allo scandalo per quanto accaduto, parlando di scelta incomprensibile.

Imbarazzo da parte del Ministero della Cultura. Ma cosa è accaduto è perché? Il problema sembrerebbe nascere nella richiesta incessante del riconoscimento dell’UNESCO prima che il Presidente del Consiglio Meloni arrivasse in visita in Cina, visto che Italia e Cina hanno entrambi 59 siti patrimonio dell’UNESCO.

In questo modo l’Italia poteva dimostrare alla Cina e al mondo di essere la nazione con più siti tutelati, 60 appunto. E chi se ne fotte se diverse segnalazioni e protocolli d’intesa erano arrivati per includere tutto il tracciato dell’Appia Antica.

Accogliere queste istanze avrebbe significato riformulare la richiesta e sarebbe passato ancora del tempo, rendendo vano il desiderata del Governo.

A nulla quindi è valsa la firma fatta a Roma tra i sindaci dei comuni interessati e il Ministero, a gennaio del 2023.

Tra i firmatari del documento, i Comuni di Cisterna, Latina, Norma, Sermoneta, Sezze, Pontinia, Terracina, Monte San Biagio, Fondi, Itri, Formia, Gaeta e Minturno; la Provincia di Latina; la Città metropolitana di Roma; i sindaci di Ciampino, Marino, Nemi, Lanuvio, Ariccia, Castel Gandolfo, Albano Laziale. Inspiegabilmente assente il sindaco di Velletri, l’allora sindaco Orlando Pocci.

L’attuale sindaco di Velletri, Cascella, si è detto indignato per questa decisione definita scellerata e che “farò tutto ciò che è nelle mie possibilità per porre rimedio a tale mancanza” Insieme al sindaco veliterno, anche quelli di Lanuvio, Nemi e Genzano hanno espresso forte dissenso per questa decisione.

Va anche ricordato che i firmatari del documento si erano impegnati a coordinarsi e a collaborare per la valorizzazione delle aree ricadenti sul tracciato della Appia Antica per il quale si era chiesto l’inserimento nella lista del Patrimonio mondiale Unesco.

Un atto che il Ministero della Cultura e il Governo non ha tenuto minimamente in considerazione. Un ulteriore schiaffo e una beffa per tutto il territorio a sud di Roma.

In tutto ciò cinque organizzazioni culturali di volontariato, che da anni sono impegnate sul territorio: l’Archeoclub Aricino Nemorense, il Gruppo Archeologico Veliterno, l’AC Il flauto magico, Italia Nostra Castelli Romani e la II Legione Partica Severiana si sono unite in Rete associativa in previsione dell’imminente iscrizione della Regina Viarum nel patrimonio culturale ed hanno indetto a Velletri per il prossimo 2 agosto un incontro per festeggiare il riconoscimento dell’Appia Antica nel patrimonio UNESCO.

Una manifestazione che alla luce di quanto accaduto è di per se già superata, sempre che non diventi un momento per mettere insieme le istituzioni e le associazioni del territorio per una vibrante protesta.

Fatto sta che una occasione di turismo, di valorizzazione e di scoperta delle bellezze di questo territorio è stata gettata alle ortiche.




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