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Home » Blog » Parco della “monnezza” così è ridotto il Parco dei Castelli. Ma chi dovrebbe controllare cosa fa?

Parco della “monnezza” così è ridotto il Parco dei Castelli. Ma chi dovrebbe controllare cosa fa?

Eugenio SiracusaEugenio Siracusa24/04/20245 Mins Read
I rifiuti abbandonati nel Parco dei Castelli

Un vero e proprio “Tour dell’immondizia” quello a cui assistono i visitatori, gli amanti della zona naturistica, gli automobilisti, della zona dei Pratoni del Vivaro, tra i comuni di Velletri, Rocca di Papa e Rocca Priora.

I rifiuti abbandonati nei pressi dei sentieri

“Monnezza” dappertutto lasciata ben visibile ai cigli della strada, vicino ai sentieri. Rifiuti abbandonati ovunque, anche in mezzo alla strada, che chiunque può notare attraversando la via dei Pratoni del Vivaro.

Mani incivili e mascalzoni di turno abbandonano di tutto, all’interno del perimetro del Parco Regionale dei Castelli. Dalle foto inviate da alcuni lettori e dal sopralluogo che abbiamo fatto ieri, vediamo la situazione attuale: buste di rifiuti indifferenziati, pezzi di auto, gomme vecchie, contenitori di vernici, vecchi attrezzi edili, giocattoli, mobili, legno, lastre di eternit, elettrodomestici, cessi sparsi e altri rifiuti speciali e pericolosi, buste abbandonate sulla strada.

Rifiuti sparsi in strada e vicino ai cigli stradali

E rifiuti si trovano anche a monte, come dimostra la foto scattata da alcuni cittadini nei presi della sbarra che da Velletri porta al rifugio della forestale. E chissà cosa altro ancora si trova all’interno dei 16 mila ettari del Parco dei Castelli.

Quello che abbiamo documentato è opera di incivili, con assoluta mancanza di senso civico, di educazione. Di certo i cittadini che vogliono invece usufruire il parco non meritano questo scempio. I rifiuti infatti sono presenti da settimane, se non mesi.

Il Parco ha anche avviato una campagna di sensibilizzazione contro l’abbandono dei rifiuti nel Parco coinvolgendo le associazioni ed è stata fatta, nella zona di Velletri, già una raccolta di rifiuti da parte dei volontari. Evidentemente non basta.

Evidentemente anche i Comuni sono disattenti. E’ evidente che serve una azione diversa, più incisiva che coinvolga tutta la cittadinanza attiva.

Ma perché il Parco sta diventando una discarica a cielo aperto? Cosa succede veramente? Perché al netto degli incivili, questi fenomeni accadono sempre quando si percepisce l’assenza di controlli, quando si percepisce una sorta di stato di abbandono dei luoghi.

Luoghi che invece dovrebbero essere quotidianamente presidiati. E i guardiaparco? E i carabinieri forestali? E i vigili urbani dei Comuni deputati al controllo del patrimonio boschivo? Dove stanno? Cosa fanno, oltre alle passeggiate ecologiche e i tour domenicali? Ma ogni tanto in macchina, ci passano da queste parti? O aspettano che siano i soliti volontari a ripulire, a segnalare?

rifiuti ancora nei pressi della strada dei Pratoni del Vivaro

Domande lecite, e non vorremmo magari che l’Ente Parco fosse distratto per i festeggiamenti del 40° anniversario, o forse ha altro a cui pensare. Mai, come in questi ultimi mesi, il nostro patrimonio boschivo è stato visto e ridotto in questo stato di abbandono.

Molti di questi rifiuti invadono parte dei sentieri boschivi o sono ai lati dei percorsi del Parco Regionale. “Sono qui da diversi mesi questi rifiuti” ci ha detto sconsolato un frequentatore della zona verde tra le più belle del Lazio, dove oltre ai prati immensi, gli animali al pascolo, i cavalli e i cavallini  nati da poco e altri animali, si incontrano montagne di rifiuti abbandonati.

“Nessuno controlla, non ci sono impianti di videosorveglianza, la sera e la notte questa zona diventa preda di inquinatori e di soggetti che abbandonano di tutto, nei boschi, nelle adiacenze delle strade, soprattutto nel tratto del comune di Rocca di Papa, che è il più vasto e lungo“. ha aggiunto il nostro casuale frequentatore che se n’è andato sconsolato scuotendo la testa.

Altri automobilisti, vedendoci hanno rallentato per poi proseguire. Certo va sottolineato comunque l’assenza di senso civico da parte di questi mascalzoni che gettano rifiuti ovunque, rovinando quanto di buono è stato realizzato in questi lunghi 40 anni di esistenza del Parco dei Castelli.

Altri rifiuti sparsi verso i sentieri e sotto i rifiuti abbandonati a Velletri, verso l’ex rifugio della Forestale

E bene farebbero il Presidente e la Direttrice del Parco a investire o reperire dei soldi per campagne di sensibilizzazione, per aumentare i controlli, coinvolgendo i comitati dei cittadini e le associazioni ambientaliste, per tutelare e preservare questo patrimonio ambientale, piuttosto che pensare all’immagine.

Vanno bene le azioni di sensibilizzazione, ma non basta, bisogna fare e tutelare e serve il coinvolgimento di tutti, anche delle amministrazioni comunali che di questi boschi sono i proprietari.

Così tra tagli massivi del bosco ceduo e rifiuti a gogò quest’area rischia di diventare una immensa pattumiera. Di recente i comitati per la protezione dei boschi e la tutela dell’ambiente hanno organizzato numerose proteste e manifestazioni di piazza, l’ultima a Genzano di Roma, dove sono state esposte foto di interi ettari di boschi tagliati, segnalati luoghi dove si sono verificati tagli massivi di alberi e danneggiamenti all’ambiente. 

E non sono mancate anche segnalazioni per rifiuti abbandonati, come a Rocca di Papa, vicino alle strade e nei sentieri, ma tutto tace, poco o niente è stato fatto.

Un Ente Parco che non reagisce, che non si coordina con i Comuni e le Associazioni, che non coinvolge le ditte boschive, il quale lascia che sul suo territorio accada questo, beh un parco così, gestito così, non serve e non è utile a nessuno.

Serve ora, un cambio deciso di passo, senza se e senza ma.

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