Un amore profondo per la propria città, ma anche una denuncia chiara e accorata sullo stato attuale delle cose. Con queste parole Arcangelo Palmacci, segretario provinciale di Azione e referente del gruppo Terracina in Azione, lancia un messaggio ai cittadini e chiama a raccolta le coscienze: “La nostra città merita molto di più di quello che sta vivendo oggi. È tempo che chi ama davvero Terracina si faccia avanti”.
Palmacci descrive Terracina come una città “protesa sul mare”, sospesa tra la parte alta che si affaccia sorridente sui Golfi di Gaeta e della Costazzurra, e la parte bassa, con la sua spiaggia dal colore irripetibile, dove ancora rimane intatto un patrimonio naturale e storico ineguagliabile. “Abbiamo un tempio che ci sovrasta dall’alto come uno sguardo paterno, vicoli pieni di memoria, scorci incantevoli, piazze e piazzette che raccontano secoli di vita e di civiltà”.
Una bellezza trascurata, un potenziale sprecato
Ma a fronte di tanta bellezza, Palmacci evidenzia con rammarico un quadro amministrativo deludente: “Questa città, che profuma di storia e che ha saputo custodire un’anima autentica, è oggi in mano a chi la impoverisce. Manca una visione, mancano competenze e senso di responsabilità. A dominare sono solo rivalità sterili, decisioni improvvisate e conflitti interni”.
Una situazione che – secondo il segretario di Azione – non può più essere giustificata come un semplice effetto del caso: “La città non è ridotta così per destino, ma per incapacità politica. E chi amministra non può usare il proprio ruolo come palcoscenico per le proprie mediocrità”.

L’appello: “Non servono eroi, ma cittadini consapevoli”
Palmacci però non si limita alla denuncia: rilancia un invito diretto a chi vive e ama Terracina. “La città non è solo nelle mani di chi la governa, ma anche in quelle di chi la abita. Serve partecipazione, proposta, coraggio. Non basta lamentarsi: è tempo di agire, di pretendere competenza e rispetto per il bene comune”.
Nessuna retorica, solo una chiamata al senso civico: “Non servono eroi. Servono cittadini consapevoli, capaci di guardare in faccia l’inadeguatezza e rifiutarla. Solo una comunità viva e responsabile può cambiare il corso delle cose e restituire a Terracina il futuro che merita”